Quagliarella: «Via da Napoli per accuse assurde di pedofilia e camorra»

L'attaccante del Torino teste al processo contro stalker dei vip
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NAPOLI - "La mia cessione alla Juve è dovuta a quelle accuse assurde e false di essere camorrista e pedofilo, oltre che di partecipare a orge, accuse contenute in lettere anonime giunte in qualche modo anche al presidente De Laurentiis". Parole choc di Fabio Quagliarella, attaccante del Torino, in passato al Napoli, in tribunale a Torre Annunziata, dove è stato ascoltato come teste e parte lesa nel processo a Raffaele Piccolo, agente della polizia postale accusato di essere stalker di vip.

LO STALKER - Davanti al giudice Ernesto Anastasio, Quagliarella ha ripercorso quei momenti: oltre alle lettere, ha parlato anche di messaggi sul suo telefonino e su quelli del padre e dell'allora fidanzata. Tra i vip presi di mira dall'agente della polizia postale Raffaele Piccolo, figura anche Guido Lembo, lo chansonnier caprese, titolare del locale "Anema e Core". I primi contatti tra lo stalker e Quagliarella risalgono al 2000, anno in cui i due si conobbero.


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