Verona, Borini: "Al Milan facevo l'operaio, ma sono anche altro"

L'attaccante: "Il contratto di sei mesi è stimolante per tutti, dimostra che non me ne sto con le mani in mano. Sono contento di tornare a fare l'attaccante. Il mio addio ai rossoneri? Io muoio ogni volta che vado in campo, forse il Milan lo faceva di meno"
Verona, Borini: "Al Milan facevo l'operaio, ma sono anche altro"© ANSA
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VERONA - Il suo esordio con gol contro il Bologna è stato il migliore che potesse chiedere, ma ora Fabio Borini vuole continuare a regalare emozioni ai tifosi del Verona. Ecco le parole dell'ex Milan alla stampa nella sua conferenza di presentazione: "Continuo a pensare che venire qui sia stata una scelta coraggiosa, ma non individualmente. So quello che posso dare a questa squadra, quindi è coraggiosa fino a un certo punto. Da come mi ha descritto il mister ho le caratteristiche perfette per quello che vuole. L'impatto è stato emozionante e positivo, sognavo di fare un esordio così. Se voglio aprire un ciclo? Non c'è tempo per riflettere, dobbiamo pensare di partita in partita. Il contratto di sei mesi è stimolante per tutti, è una dimostrazione che non me ne sto con le mani in mano". Il Verona di Juric gioca a ritmi molto sostenuti, e Borini che ha giocato in Premier League lo certifica: "Cè molto del calcio inglese. Il mister mi ha descritto questa cosa prima di venire qua, il gioco è intenso in entrambe le fasi. È una mentalità idonea a quella che ho io e ti fa divertire".

Il classe 1991 arriva da sei mesi di naftalina: "Posso avere una mia idea, ma non sono io che devo dare la risposta. C'è disponibilità da parte mia a giocare in diversi ruoli, al Milan ho fatto sette posizioni su undici con la stessa mentalità. Le mie caratteristiche erano così al Milan e sono così a Verona, voglio vincere ogni partita. Il gol a Bologna è stato bello, ho preso la palla perché volevo vincere la partita". Sulla trattativa che lo ha portato in Veneto: "C'erano molte squadre, con il mio agente avevo deciso di prediligere l'aspetto tattico. Sentivo bisogno di tornare a fare quello che so fare meglio, ossia giocare da attaccante e aiutare la squadra. Venivo sfruttato come operaio, ma sono anche altro". Sulla sua condizione fisica: "Mi sono sempre allenato al massimo per quelle che sono le mie possibilità fisiche, vado sempre forte pur non scendendo in campo, perché mi immagino di giocare ogni domenica. Qui i ritmi sono diversi, io giocherei anche con una gamba rotta. Il mister mi è sembrato bravo e diretto nel trasmettere i suoi concetti. Non racconta il calcio, vive di calcio. Io sono simile, vivo delle emozioni che mi dà il campo. Mi ha impressionato la disponibilità di tutti i giocatori, che giochino poco o tanto. in altre squadre l'ho visto raramente, forse solo al Chelsea con Ancelotti, che è un allenatore umano": L'attaccante racconta poi un aneddoto simpatico: "La mattina dopo la partita di andata contro il Verona è nata mia figlia. Forse era un segnale umano. La mia felicità per la nascita di mia figlia è nata qua a Verona". Borini conclude parlando dei problemi del Milan: "Al Milan ci sono tante cose che vanno e altre che non vanno. Prima di andare via ho parlato con Massara e abbiamo concordato che fare tanti ruoli non sia stato positivo per me. Io muoio ogni volta che vado in campo, forse il Milan lo faceva di meno".


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