Verona, Silvestri: "Ronaldo di un altro pianeta. Juric ci ha dato l'identità"

Il portiere gialloblù: "Battere la Juve è stata una grande soddisfazione, ma preferisco la vittoria dell'anno scorso col Cittadella. Il mio sogno è la Nazionale, devo far vedere ancora molto"
Verona, Silvestri: "Ronaldo di un altro pianeta. Juric ci ha dato l'identità"© LAPRESSE
5 min

VERONA - Marco Silvestri, portiere del Verona, ha parlato per il sito ufficiale del club veneto tramite una diretta Instagram: "E' stata una stagione speciale. Personalmente è stata la prima da titolare in A, e non avrei potuto sperare di meglio. Peccato ci sia stato questo stop, speriamo di riprendere a giocare quando sarà possibile. Ma sono molto contento della stagione. La parata più bella? C'è stata quella su Luis Alberto a Roma. Ma secondo me la più bella è stata sulla punizione di Berardi in casa: tutti mi hanno detto che sembrava già gol, poi lo stadio è esploso. Cristiano Ronaldo? È un giocatore di un altro pianeta, è eccezionale, mette un po' di apprensione. Sai che quando ha palla devi stare attento, può inventarsi qualsiasi cosa, come ha fatto a Verona. È complicato da affrontare, soprattutto per un portiere. Aver battuto la Juve stata una soddisfazione grossa per noi, soprattutto perché avvenuta in casa. Dico sempre che anche se non avessimo vinto i nostri tifosi sarebbero stati comunque orgogliosi. La vittoria ha amplificato tutto, vincere contro una delle squadre più forti al mondo è stata una soddisfazione enorme, ma non si può paragonare a quello che abbiamo fatto lo scorso anno in finale playoff contro il Cittadella. A ripensarci mi viene la pelle d'oca".

"Con gli altri portieri ho un gran rapporto, sono due ragazzi eccezionali, due ottimi giocatori. Ho un gran rapporto con Berardi, ma anche con Radunovic, c'è un bel clima tra di noi. Quando sono stato secondo mi sentivo un po' fuori dal contesto, ora che ho questa responsabilità mi impegno per coinvolgerli il più possibile, chiedendo loro consigli, cosa avrebbero fatto in determinate situazioni. Il preparatore Cataldi è eccezionale, sono stato fortunato a trovarlo l'anno scorso. È a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro, lavora quindici ore al giorno per noi. È molto preparato e una grande persona, è riuscito a farmi tirare fuori tutto da quando sono qua. Juric? Si è capito subito che personalità avesse, la nostra identità la dobbiamo a lui. Vuole che ci alleniamo sempre al massimo, e chi vede giocare il Verona percepisce un'identità precisa". Sul rapporto con la città e i tifosi: "Sono stato a Verona per la prima volta a diciotto anni, quando mi acquistò il Chievo. Poi andai via, tornai a ventuno anni, poi di nuovo via e sono tornato a ventisei anni. Per me Verona, al di là della bellezza della città, è casa mia. I tifosi sono molto caldi, personalmente sono contento perché penso mi vogliano bene. La nostra è una curva eccezionale".

"Il portiere più forte oggi è Alisson. Sono cresciuto milanista, anche se oggi non lo sono praticamente più, ma il mio idolo era Dida. Lui mi ha ispirato tanto, era eccezionale. Poi, come tutti i portieri nati negli ultimi vent'anni, Gialluigi Buffon, il migliore al mondo per molto tempo". Silvestri ha giocato anche in Inghilterra, per 3 anni al Leeds United: "Il loro stadio è molto bello, ha quarantacinque mila posti, ma non è tra i più belli. Ci sono stadi più piccoli, ma modernissimi, anche in Championship. La gente va molto volentieri allo stadio, si guarda meno la partita in tv. Lo stadio più impressionante in cui ho giocato è Anfield: era tutto esaurito, c'erano anche dodici mila tifosi del Leeds. Sono sempre stato appassionato del Liverpool, nonostante la sconfitta facemmo un'ottima partita". Silvestri conclude la diretta toccando tanti temi uno dopo l'altro: "Amrabat è fortissimo, ha qualità tecniche e una forza impressionante. È un bravo ragazzo, farà sicuramente una grande carriera. Il mio rapporto con Tommy (il suo accompagnatore affetto da ittiosi, ndr) è nato casualmente, la prima volta che è entrato in campo con me è stata contro il Perugia: l'ho preso in braccio, poi ho parato un rigore. Sono andato a trovarlo, poi mi ha accompagnato altre volte e mi ha portato bene. La Nazionale? Il sogno è quello, penso sia la massima aspirazione di un calciatore. Non si gioca a calcio per non essere convocati in Nazionale. So che in Serie A ho fatto poco, so di dover fare ancora molto".


© RIPRODUZIONE RISERVATA