Cannavaro e Corini, come è dura la Serie B

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Due uomini in fuga, tante inseguitrici in affanno e diverse crisi conclamate e, in parte, inspiegabili. La fotografia che viene fuori dalla 10ª giornata, in attesa del posticipo di questa sera al De Duca tra Ascoli e Cagliari, racconta di un torneo per cuori forti in cui, avventurarsi in proiezioni superficiali, può riservare brutte sorprese in vista di una stagione indecifrabile e tutt’altro che chiusa. Anzi, il lungo cammino per arrivare alla fine offrirà la possibilità di recuperare e scrivere altre storie da raccontare. Quelle che saltano agli occhi ora sono le due offerte dalla coppia in vetta, Frosinone e Genoa. Grosso deve sudare per piegare un Bari in 10 per quasi tutta la gara eppure solido e organizzato. Almeno sino all’ultimo assalto ciociaro. Vicari si perde Borrelli, uno dei tanti talenti scovati dal direttore Angelozzi, e la 3ª sconfitta di fila dei Galletti è servita. Un peccato per una squadra come quella pugliese che anche allo Stirpe ha fatto vedere di avere un’identità, la base giusta per durare. Proprio come la capacità dei laziali di non accontentarsi mai, sintomo di una mentalità che porta lontano. Dove guarda il Genoa dell’imperturbabile Blessin che non si accontenta di uscire indenne dal Liberati contro la Ternana di Lucarelli reduce da 5 vittorie. Facile, quando hai un cecchino implacabile come Massimo Coda in campo puoi ambire a tutto ciò che vuoi. La 3ª sconfitta nelle ultime 5 giornate per mano del veterano Castori, tornato alla guida del Perugia, sveglia, invece, la Reggina. Superpippo, però, non si abbatte e come non si era esaltato nel ciclo vincente che aveva portato in vetta la sua squadra, così non si deprime ora che tutto gira per il verso sbagliato, come quel palo che gli nega un clamorosso 3-3. La 2ª vittoria tra coppa Italia e campionato rilancia la Spal di Daniele De Rossi che trova la strada. Avrà bisogno di un supplemento di fiducia l’amico Fabio Cannavaro che non riesce a guarire una Strega menomata negli uomini e svuotata nell’animo. Scivolato al penultimo posto - col Palermo di Corini, non a caso fischiato - il tecnico Mondiale accetta il ritiro per provare a ritrovare il Benevento e aiutarlo a non precipitare avendo toccato con mano che non bastano i grandi nomi a rendere vincente una squadra!


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