Serie B, tempo di playoff: Mignani, Pecchia e la mina Ranieri

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Tullio Calzone
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Giunti al traguardo con pochi verdetti scritti, una griglia playoff da risistemare dal 3º posto del Bari in giù e con la volata salvezza diventata qualcosa di molto simile a un rompicapo, il campionato cadetto non si smentisce. Anche all’ultima giornata della stagione regolare offre incertezze e spettacolo. E continua a promettere emozioni con spareggi imprevedibili e aperti a inimmaginabili soluzioni finali. Intanto in semifinale approda il Parma di Pecchia che regola il Venezia anche grazie a un pizzico di fortuna e a un super Buffon. Al Cagliari di Ranieri non basta così vincere a Cosenza, perché gli scontri diretti premiano i ducali. Ma la sfida è appena iniziata anche per Sir Claudio. Va malissimo, invece, al Palermo che dal possibile 3-0 si trova fuori dai playoff e termina tra i fischi una stagione positiva, ma chiusa con pochissime energie. Gioia pura alla fine, invece al Granillo, dove Inzaghi si riprende il perimetro promozione piegando l’Ascoli e scavalcando i siciliani. Vince inutilmente il Perugia di Castori che senza quelle tre partite di Baldini forse ce l’avrebbe potuta fare. Certo serviva altro.

La stagione di Fabio Grosso

Ma questa sarà per sempre la stagione di Fabio Grosso e del suo calcio arrembante e avvolgente, ma senza mai perdere equilibrio prima di diventare puntualmente travolgente. Se n’è dovuto accorgere anche il Genoa, la principale delle antagoniste semmai ce ne siano davvero state per i ciociari del presidente Maurizio Stirpe, dirigente visionario e coraggioso che ha saputo risollevare la società da una condizione di sofferenza prossima al disimpegno e invece ancora vincente. Il format del magnate giallazzurro ha retto allo stress derivato da una retrocessione dalla A (con costi insostenibili annessi) e di una pandemia che ha piegato le gambe a più di un club non solo di piccole città, creando fibrillazioni ovunque. Competenze, infrastrutture, talenti da valorizzare: il Campionato degli Italiani, sulle tracce del Frosinone, è la palestra ideale immaginata per l’intero movimento dal presidente Mauro Balata. Che non a caso continua a chiedere risorse adeguate e regole inequivocabili anche per scongiurare in futuro altre sofferenze economiche e nuovi casi Reggina. E intanto ottiene che la Lega diventi la prima Associazione del calcio italiano. Una svolta epocale che favorirà responsabilità e trasparenza nei processi di governance.


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