Coronavirus, Brosco dell'Ascoli: "Campionati andavano fermati prima"

Il difensore bianconero: "Sono solo supposizioni, ma forse il rinvio di due o tre gare all'inizio ci avrebbe oggi consentito di ricominciare prima. Eventuale ripresa? Penso che giocare ogni tre giorni favorisca le squadre con una rosa più ampia"
Coronavirus, Brosco dell'Ascoli: "Campionati andavano fermati prima"© Getty Images
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ASCOLI PICENO - Mentre il mondo del calcio e non solo si è fermato per l'emergenza Coronavirus, il difensore dell'Ascoli Riccardo Brosco ha raccontato ai microfoni del club la vita durante la quarantena: "I preparatori ci hanno inviato un programma a seconda delle condizioni in cui riusciamo ad allenarci: chi può lavorare solo dentro casa ha più esercizi cardio a differenza di chi ha la possibilità di uscire in giardino. Personalmente faccio due giorni di corsa e uno di forza, in genere inizio alle 17.00 immaginando che, se riprenderemo a giocare, le partite si disputeranno prevalentemente di sera. A Grottammare ho una casa a due piani quindi utilizzo le scale, faccio delle sessioni con corda, elastici, le bottiglie di acqua sono i miei pesi, faccio un po’ di corsetta sotto casa. Però sono diventato un vero uomo di casa, pulisco, preparo da mangiare, faccio cose che mai avrei pensato di fare, ma questa esperienza mi sta servendo per capire cosa significa stare sempre chiusi in casa".

"Cosa mi manca? Se parliamo di calcio mi manca molto la routine giornaliera, svegliarmi e andare al campo, staccare il cervello tre ore e poi tornare a casa e rilassarmi. La cosa più brutta è non avere contatti con nessuno, con la famiglia, gli amici, non vedo i miei genitori da due mesi, facciamo le video chiamate, ma non è la stessa cosa: sto cogliendo nel profondo le cose più importanti, percepisco con più consapevolezza determinate situazioni e capisco meglio anche la mia ragazza, che sta spesso in casa quando vado ad allenarmi. All’inizio dell’emergenza c’è stata un po’ di apprensione per mio padre, che era stato in una spa di Abano Terme e quindi al suo ritorno ha fatto i 15 giorni di quarantena”.

Il difensore romano parla poi del campionato e dell'eventuale ripresa: “Ritengo che la salute venga prima di tutto e in questo momento stride un po’ parlare di calcio, anche se è sempre stata la passione nazionale e anche la mia, visto che ne ho fatto un lavoro. La salute ha la precedenza su tutto. Se ci fossero in seguito le condizioni per far proseguire i campionati, penso che giocare ogni tre giorni favorisca le squadre con una rosa più ampia, con calciatori doppi in ogni ruolo; sarà un campionato totalmente diverso”. Chiusura sul match rimandato contro la Cremonese, prima avvisaglia di quello che sarebbe arrivato dopo: “All’inizio dell’epidemia molti dicevano che si trattava di un’influenza, ricordo che quel giorno avevamo tutti voglia di giocare. Col senno di poi dico che non si sarebbe dovuto giocare quel giorno e neppure le partite successive. Forse il rinvio di due o tre gare in quella fase ci avrebbe oggi consentito di ricominciare prima. Sono solo mie supposizioni. Però mi ha colpito molto l'immagine dei mezzi militari in fila per trasportare le bare, immagini molto forti come quelle delle persone intubate”.

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Brosco e l’emergenza Coronavirus: "Sto cogliendo nel profondo le cose più importanti”. Riccardo Brosco sta trascorrendo queste settimane di emergenza Coronavirus nel suo domicilio di Grottammare in compagnia della fidanzata Nicole. Qual è la giornata tipo di Riccardo Brosco nelle ultime settimane? “Sveglia non troppo presto, colazione, poi preparo il pranzo insieme a Nicole, guardiamo qualche serie TV di Netflix, giochiamo a carte, leggo qualche libro – in questo momento la biografia di Kobe Bean Bryant – nel tardo pomeriggio mi alleno e poi si prepara cena”. Che allenamenti sta svolgendo? “I preparatori ci hanno inviato un programma a seconda delle condizioni in cui riusciamo ad allenarci: chi può lavorare solo dentro casa ha più esercizi cardio a differenza di chi ha la possibilità di uscire in giardino. Personalmente faccio due giorni di corsa e uno di forza, in genere inizio alle 17:00 immaginando che, se riprenderemo a giocare, le partite si disputeranno prevalentemente di sera. A Grottammare ho una casa a due piani quindi utilizzo le scale, faccio delle sessioni con corda, elastici, le bottiglie di acqua sono i miei pesi, faccio un po’ di corsetta sotto casa”. Come è cambiata la sua vita? “Sono diventato un vero uomo di casa, pulisco, preparo da mangiare, faccio cose che mai avrei pensato di fare, ma questa esperienza mi sta servendo per capire cosa significa stare sempre chiusi in casa Cosa le manca di più? “Se parliamo di calcio mi manca molto la routine giornaliera, svegliarmi e andare al campo, staccare il cervello tre ore e poi tornare a casa e rilassarmi. La cosa più brutta è non avere contatti con nessuno, con la famiglia, gli amici, non vedo i miei genitori da due mesi, facciamo le video chiamate, ma non è la stessa cosa. All’inizio dell’emergenza c’è stata un po’ di apprensione per mio padre, che era stato in una spa di Abano Terme e quindi al suo ritorno ha fatto i 15 giorni di quarantena”. Cosa scrivete in questo periodo nel gruppo whatsapp di squadra? “Intanto ci sentiamo tutti i giorni, scriviamo cose utili, riguardanti il nostro stato di forma, il lavoro, se e quando riprenderà il campionato...leggi tutto su pagina Facebook @legab

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