Benevento, Vigorito su Inzaghi: "Ero perplesso, poi grande sorpresa"

Il patron dei sannitti: "Pippo è un appassionato di calcio e un riferimento per tutti. C'è una grande simbiosi con Vola, con Lucioni non fu così"
Benevento, Vigorito su Inzaghi: "Ero perplesso, poi grande sorpresa"© FOTO MOSCA
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BENEVENTO - Il Benevento è primo in Serie B dopo sette giornate ed è ancora imbattuto: il patron giallorosso Oreste Vigorito a Radio Punto Nuovo ha parlato dell'andazzo della squadra: “Anch'io ero perplesso su Pippo Inzaghi, ma la perplessità non era basata sulla conoscenza. Da lui ho imparato che bisogna conoscere la gente prima di giudicarla. Mi ha dato l'impressione di una persona che volesse veramente fare questo lavoro. Ho sempre pensato, con un pregiudizio stupido, che una volta appagati dall'attività agonistica i calciatori sono eredi della storia che hanno fatto. A me serviva qualcuno che facesse la storia e ho trovato lui. E' un appassionato di calcio, talmente tanto che andrebbe ad allenare anche la squadra dell'oratorio. E' molto carismatico: pensavo fosse dato dai risultati ottenuti, invece il carisma lo impiega in ciò che fa, è il riferimento di tutti".

Il presidente continua: "Quando arrivò Pasquale Foggia ebbi la stessa perplessità, ma anche lui è molto maturo e responsabile. Ho la sua parola che lui lascerà il Benevento quando andrò via io". "Koulibaly? Non ho legami con i calciatori, ma con gli uomini. Penso che ogni calciatore sia sostituibile, ma non gli uomini. Da un punto di vista tecnico, in quattordici anni ho imparato che i giocatori ogni tanto vanno sostituiti per una questione di stimoli. Alcuni stanno bene solo dove stanno, quelli non vorrei perderli: uno dei nostri è Nicolas Viola. Con lui c'è grande simbiosi. Lucioni? Se non è stato così, ci sarà un motivo". Sul mercato di gennaio: "Non penso di aver bisogno di qualcuno, seguo sempre le indicazioni di direttore ed allenatore, abbiamo un doppione per ogni ruolo. Mancano 12 partite alla fine del girone d'andata. I miei tecnici sono molti ex calciatori che restano a lavorare con me. Nella vita sia come calciatore, ingegnere, filosofo, quando si hanno valori comuni, non puoi privartene. La nostra vita è costellata dall'amicizia, un valore più alto dell'amore".


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