Maggio: "Insigne, ecco il mio consiglio da capitano"

Il difensore del Benevento ospite nella nostra redazione: "A Napoli ho evitato un ritiro mediando con De Laurentiis. Vigorito è diverso: lui è il primo a partire con noi"
Maggio: "Insigne, ecco il mio consiglio da capitano"© Bartoletti
Tullio Calzone, Ettore Intorcia e Pasquale Salvione
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Quarantasei punti nel girone d’andata, un record. Miglior attacco con 34 gol fatti, miglior difesa con 9 gol subiti. Christian Maggio, che aggettivo sceglierebbe per questo Benevento?

«Difficile scegliere, ma dico importante: stiamo creando qualcosa di importante per il futuro, neanche noi ci aspettavamo di chiudere un girone d’andata in questo modo. Siamo felici, e non lo neghiamo. Ma non abbiamo ancora fatto niente, ci attende un ritorno difficile, con tutte le squadre ad aspettarci. Noi risponderemo con le nostre forze».

Questo Maggio ha un anno di più ma è totalmente trasformato rispetto alla scorsa stagione. Qual è il segreto?

«La voglia, la passione per questo sport. Grazie a Pasquale Foggia sono arrivato a Benevento, ed è stata una decisione facile: un progetto sano, una società sana. L’anno scorso ho fatto fatica ad adattarmi dopo tanti anni di A, questa volta sono partito con un’altra serenità e un’altra motivazione. Merito di Inzaghi, che crede molto in me».

La sensazione è che in questo Benevento si fondano tre rabbie diverse: chi c’era in A e ricorda i record negativi; chi c’era l’anno scorso; chi è arrivato e ha aggiunto la propria voglia di rivincita.

«Io e altri ci portiamo dentro l’amarezza di non essere arrivati in A l’anno scorso, mancava un piccolo passo ma avevamo perso tanti punti per strada. C’è servito per migliorare e non ripetere certi errori. Quest’anno sto vedendo una mentalità diversa: non pensiamo mai di poter vincere facilmente, siamo umili e pensiamo solo a continuare su questa strada».

Come lavora Inzaghi sulla gestione del non possesso e cosa vi chiede una volta riconquistato il pallone?

«Con lui prepariamo le gare utilizzando molto i video sulla squadra avversaria e in settimana prepariamo in modo maniacale tutti i movimenti, in fase offensiva e in quella difensiva. Lavoriamo molto sulle palle inattive, è un nostro punto di forza». 

L’approccio del Benevento è sempre maturo, quasi autoritario. Quanto incide il carattere di Inzaghi?

«Guardate, voi lo vedete agitato in panchina, ma in realtà durante la settimana è tranquillo, ci spiega bene le cose che però vuole fatte a duemila all’ora, per poterle ripetere in gara. Ci fa stare meglio e la nostra mentalità in gara è sempre uguale, mai un calo di intensità».

Anche sul piano della condizione.

«A Pescara abbiamo avuto un black out generale, forse è stata anche una questione di approccio ma la realtà è che non stavamo tutti bene sul piano fisico. Poi è stata anche una giornata storta da parte di tutti. Lo staff e i preparatori ci fanno lavorare molto bene e in campo rendi sempre per come ti alleni».

Ricorda la sua ultima partita in A, o quella che avrebbe voluto fosse la sua ultima in A? E come immagina la sua prossima gara in A?

«Napoli-Crotone, certo. Ho voltato pagina, ma lo sapete: ci tenevo a giocare l’ultima volta al San Paolo, fu una scelta di Sarri, non ho rimpianti. C’è delusione, ho ritrovato gli stimoli qui a Benevento. E per una prossima gara, beh: mi piacerebbe solo trovare di fronte i miei ex compagni».

Chi sono i suoi amici nel calcio?

«Ho avuto la fortuna di giocare con tanti campioni. Ho un bel rapporto da sempre con Marek Hamsik e con Lavezzi, con loro mi sento spesso».

A quale allenatore è rimasto più legato?

«Tutti mi hanno dato qualcosa, da Reja a Benitez, allo stesso Sarri. Mazzarri è quello che ha fatto emergere al meglio le mie caratteristiche, facendomi arrivare in Nazionale. Ora c’è Pippo, che mi insegnerà ancora qualcosa anche se ormai ho 37 anni... ».

Come sarà il futuro di Pippo Inzaghi?

«Sarà in A, perché ha le carte in regola per una grande carriera. Magari a Bologna ha avuto delle difficoltà, a Benevento si è rilanciato. E vedrete... ».

Di Maggio capitano del Napoli si ricorda ancora di quando sventò un ritiro...

«C’era Benitez, si viveva un momento particolare, sono riuscito a mediare con il presidente De Laurentiis, non avrebbe giovato a nessuno andare in ritiro. Quest’anno al Napoli è andata diversamente».

Al Benevento, invece, il presidente Vigorito è il primo ad andare in ritiro con la squadra.

«E la sua presenza, in ritiro come alle partite, è fondamentale. Lo vedo come un padre, sta spesso con noi, parliamo di tante cose oltre che di calcio. Per i giovani, o per chi ha qualche anno in più come me, un consiglio giusto fa sempre bene».

Il capitano del Napoli oggi è Lorenzo Insigne, che non vive un momento facile. Cosa gli consiglia?

«Dispiace per Lorenzo. Gli suggerivo sempre di essere meno istintivo nelle sue uscite, perché lui rappresenta la squadra e da napoletano ha una responsabilità importante. È cresciuto, l’esperienza lo aiuterà e per me deve rimanere a Napoli a vita, per riportare il club ai livelli che contano. Negli anni è sempre stato un crescendo, per il Napoli, un momento difficoltà può capitare. Sono stati anche sfortunati, si riprenderanno con il carisma di Gattuso».

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