Vigorito esclusivo: "Pronto a tutto se fermano il Benevento"

Il presidente del club praticamente promosso si ribella alla delibera della Lega di A: "Chi pensa di poter cancellare i propri errori con un colpo di spugna si sbaglia di grosso. No a retrocessioni e promozioni? E allora niente Europa per chi crede di averla meritata. Non esiste un Covid per i ricchi e uno per i poveri"
Vigorito esclusivo: "Pronto a tutto se fermano il Benevento"© FOTO MOSCA
Ivan Zazzaroni
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Il ruolo del Grande Trombato proprio non gli si addice: «Dopo la delibera della lega di A ho pensato ai fuochi d’artificio a Capodanno. Ma il trentun dicembre i fuochi te li aspetti, mentre quando senti i botti a inizio giugno pensi di ritrovarti in mezzo a un carnevale ritardato in cui qualcuno si è tolto fi nalmente la maschera. Blocco di retrocessioni e promozioni, siamo al blocco dei cervelli e della dignità». Oreste Vigorito ha 73 anni, due lauree, Giurisprudenza e Lettere e Filosofia, e 22 punti di vantaggio sulla terza quando mancano dieci partite alla fine. È tra gli uomini più ricchi del Sud e un pioniere nel settore delle fonti rinnovabili: ventisette anni fa fondò l’IVPC, Italian Vento Power Corporation, oggi ha un patrimonio superiore ai 5 miliardi e interessi nell’alberghiero e nei settori elettrico e editoriale. E va orgogliosamente contro vento. Quattordici anni fa, insieme al fratello Ciro, acquistò il Benevento, allora in C2, nel 2017 l’ha portato per la prima volta in Serie A. «Forse lei ricorderà il modo in cui la squadra, la società e soprattutto i tifosi affrontarono dopo pochi mesi la ridiscesa. Una grande dimostrazione di sportività, entusiasmo e civiltà. L’equilibrio vinse sulla vertigine, il nostro fu un esempio predicabile».

Un’altra promozione è alle porte, presidente, il guaio è che qualcuno non ve le vuole aprire.
«Tre mesi fa fui molto chiaro: il Benevento è disposto ad accettare qualsiasi decisione, a condizione che sia nell’interesse del calcio. Ma se a prevalere sarà una lobby, la stessa che in questo periodo sta mettendo in diffi coltà la ripartenza, prevedo spiacevoli conseguenze».

Quali? Ce le anticipi.
«L’unico criterio che riconosco è il merito sportivo, è la prova del campo. I nostri sforzi non solo economici, ma anche tecnici, hanno portato a un risultato che è davanti agli occhi di tutti, adesso sento parlare di blocco di retrocessioni e promozioni. Devo accettare che il Brescia resti in A con 16 punti e il Benevento in B con 69, due e mezzo a partita, quasi cento potenziali? Ma di cosa stiamo parlando? Il covid è vissuto da molti come una tragedia e da altri come un’opportunità, lo trovo inaccettabile. I presidenti che pensano di poter cancellare con un colpo di spugna gli errori commessi in sede di mercato o di gestione della stagione si sbagliano di grosso: il confi ne della sportività, del merito e del buonsenso non deve essere mai superato. Lei mi ha chiesto di anticipare le conseguenze. La accontento: nel caso in cui prevalessero gli interessi della lobby il Benevento uscirebbe dal calcio e i Vigorito se ne andrebbero. Fine di una realtà bella, sana e virtuosa. Ai particolarismi io mi oppongo per principio. Qui c’è qualcuno che vuole tenersi il menu e lasciare a noi dei panini al formaggio scaduto. Siamo nel calcio da tanti anni, siamo stati vittime di scandali calcistici, abbiamo subìto di tutto e siamo rimasti in silenzio. Ma a tutto c’è un limite».

In termini economici, la distanza tra i due campionati è diventata abissale, però. Pensi soltanto al monte stipendi dei calciatori: 1 miliardo e 756 milioni in A, 139 milioni in B, meno di un decimo.
«Sono anche consigliere della lega di Serie B, che è il campionato degli italiani e fornisce alla A un gran numero di giocatori. Trovo assurdo che noi valiamo un solo voto e i Dilettanti sei. E non ne faccio una colpa a Sibilia. In B ci sono piazze importanti come Salerno, Benevento, Verona, Pescara, Perugia, Venezia. Fin dal primo giorno ci siamo mossi nel pieno rispetto delle esigenze governative e delle regole puntando unicamente alla ripresa del campionato. Balata in questo è stato categorico. Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché dovrei subire lo stesso destino di chi ha 40 punti meno di me. Nello sport come nella vita bisogna poter godere dei meriti conquistati e avere l’onestà di riconoscere i propri errori, senza ricorrere a mezzi e mezzucci per salvare la pelle. Non saprei neppure dirle se sono più amareggiato o arrabbiato».

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