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BRESCIA - Una piazza importante e un progetto ambizioso hanno praticamente convinto Pippo Inzaghi a ricominciare dalla Serie B dopo aver meritato ampiamente la A. Almeno nella prima parte della scorsa stagione alla guida del Benevento con un girone d’andata stratosferico e quella vittoria sulla Juventus, l’ultima e l’unica del ritorno, che ha un po’ illuso tutti anche i tanti tifosi che hanno salutato Superpippo la scorsa settimana.
Un’altra storia e un epilogo amaro
Cellino alla fine è riuscito a convincere Inzaghi. Inzaghi ha dato il suo assenso alle Rondinelle, dopo i colloqui tra il patron sardo e il manager Tullio Tinti. Resterebbero da definire solo i dettagli relativi al suo staff. Appena lasciata Benevento Pippo aveva confidato che avrebbe desiderato misurarsi ancora con la A. L’allenatore piacentino aveva chiesto rinforzi alla società sannita a gennaio per adeguare la rosa alla seconda parte del campionato, quella decisiva per consolidare una categoria che il tecnico aveva conquistato con ben 86 punti, uno dei tanti record sbriciolati, come la promozione con 7 giornate d’anticipo. Una storia che avrebbe meritato comunque un epilogo differente e che ha avuto nel tecnico la vera “parte lesa” dal punto di vista professionale, non solo perché il suo nome veniva già associato a importanti panchine di A. Ma anche perché Inzaghi, dopo l’avventura al Milan, aveva avuto l’umiltà di ricominciare dal Venezia in Serie C.
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