Makoumbou in regia: "Cagliari, voglia di A"

Il centrocampista congolese è pronto per la volata promozione. Si riparte dal Brescia di Cellino
Makoumbou in regia: "Cagliari, voglia di A"© L.Canu / Ciamillo
Giuseppe Amisani
4 min

«Andare in A con il Cagliari sarebbe molto di più un sogno, sarebbe un onore per me». Ha scelto le pagine del nostro giornale per la sua prima intervista in Italia, Antoine Makoumbou che ha raccontato la sua nuova avventura professionale. Tra le emozioni per l’affetto della gente e il trasporto per come i tifosi vivono l’attaccamento alla squadra, il centrocampista del Cagliari ora vuole fare la sua parte alla corte di Claudio Ranieri che non ha esitato un attimo a dargli le redini della squadra.

Makoumbou, si aspettava una stagione così difficile?

«Mi ha stupito sia l’aspetto tattico che quello fisico perché si lavora tanto su entrambi. Ma mi sono pian piano ambientato».

Soddisfatto per quanto fatto fino ad ora?

«Non mi aspettavo di giocare 23 gare da titolare, arrivavo da un torneo meno competitivo. Spero di non fermarmi».

Quello contro il Genoa è stato il miglior Makoumbou?

«Non voglio mettermi dei limiti perché credo di avere ancora molti miglioramenti da fare. Apprendo tutti i giorni qualcosa di nuovo e mi serve a crescere».

Dimenticato l’errore che ha causato il rigore a Bari?

«Ci sono rimasto male soprattutto perché vedo quanto i nostri tifosi siano attaccati alla squadra. Per me è stato un dispiacere doppio perché quella partita era vinta e non avevo avuto esperienze in situazioni come questa. Ho avuto qualche giornata per metabolizzare e poi ho reagito con due match fatti bene. Spero che i tifosi lo abbiano apprezzato».

Dopo L’equivoco tattico dell’andata ha risolto il nodo sulla sua posizione?

«Io mi adatto alle esigenze della squadra, in base alle indicazioni del tecnico».

Cosa ha portato Ranieri?

«Si gioca più velocemente da quando è arrivato. Facciamo meno tocchi di palla ma pretende maggiore rapidità di esecuzione. Oltre alle differenti posizioni della squadra».

Il suo modello?

«Pogba».

L’avversaria più temibile?

«Il Genoa. Ma noi ci proveremo ad agganciare il 2º posto, nel calcio tutto è possibile. Siamo ambiziosi e faremo i conti alla fine».

Come si immagina la A?

«Il livello è più alto rispetto alla B. Tanta qualità e io lavoro per conquistarla perché tutti i giocatori hanno l’ambizione di arrivare più in alto possibile».

Magari con qualche gol anche da parte dei centrocampisti…

«Il mister ci chiede sempre più spesso di tirare di più in porta. Mi dice di prendere l’iniziativa e provarci».

A Brescia per infrangere il tabù trasferta?

«Cercheremo di essere più veloci nelle giocate e di segnare i gol che ci stanno mancando».

Cosa risponde a chi la considera innamorato della palla?

«Che vengo da un campionato differente e sono in fase di apprendimento per completare il mio percorso di crescita. Credo che la qualità resti un mio punto di forza ma devo metterla al servizio della squadra. Un mio difetto è il colpo di testa».

Cagliari è…

«L’affetto della gente, il caffè con gli amici della squadra, lo shopping, la spiaggia del Poetto, l’entusiasmo di chi vive di calcio, l’amore per il club. Sono rimasto molto impressionato dall’accoglienza e cerco di vivere la città al massimo».

Il suo sogno nel cassetto?

«Lo dirò solo quando si realizzerà. Ma in effetti ne ho tanti perché prendo le cose come vengono, poco alla volta. Preferisco restare con i piedi per terra e godermi sempre ogni momento».

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