Lecce, dai gol ai pali colpiti: tutti i numeri del trionfo

I salentini sono rimasti a secco in appena 7 partite dell’intero campionato: sono 59 i gol segnati, da quindici marcatori diversi, ma nessuno (fatto o subito) su calcio piazzato
Lecce, dai gol ai pali colpiti: tutti i numeri del trionfo© LAPRESSE
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Al termine di ogni campionato, specie quando si è vinto, si analizzano le sconfitte anche per valutare la continuità di rendimento della squadra, la sua capacità di reagire o di battersi sino alla fine e, perché no, anche la percentuale di fortuna o sfortuna che ne ha caratterizzato il cammino. Tanto per cominciare, a conferma della sua capacità di reagire ad ogni avversità, vi è il fatto che dopo ogni sconfitta, il Lecce ha subito reagito: ko iniziale a Cremona e pareggio col Como; sconfitta a Pisa seguita dal successo sul campo del Pordenone; debacle casalinga col Cittadella e reazione immediata sul campo del Monza. Infine, dopo i passi falsi di Reggio Calabria e Vicenza, gli esaltanti successi su Pisa e Pordenone, che poi hanno spianato alla squadra di Baroni la strada della serie A. Il Lecce è andato a segno 59 volte e solo in sette partite i suoi goleador sono rimasti all’asciutto: contro Benevento, Perugia, Frosinone e Parma (altrettanti 0-0) e Pisa, Cittadella e Reggina (sconfitte). Oltre la metà delle 59 reti messe a segno, cioè 39, hanno la firma del tridente: Coda (20, capocannoniere), Strefezza (14, vice capocannoniere) e Di Mariano (5). In totale i giocatori che hanno siglato almeno una rete sono stati 15 (Gargiulo e Majer 3 ciascuno, Listkowski e Rodriguez 2, Tuia, Dermaku, Bjorkengren, Ragusa , Blin, Helgason, Lucioni, Faragò una).

Lecce, l'analisi della stagione

Significativa anche l’analisi delle partenze razzo fatte o subìte e delle conclusioni finali sui due fronti. Il Lecce infatti ha segnato 5 volte nei primi 10’ delle partite: a Crotone, Di Mariano (4’); a Cittadella, Coda (10’); ad Ascoli, Strefezza (7’) a Cosenza, Coda (1’) ed a Terni, ancora Coda (5’) Sul fronte difensivo, invece, il Lecce si è fatto sorprendere all’inizio solo due volte: a Como, Cerri (4’) e col Cittadella (Antonucci 1’). 12 volte invece il Lecce è andato in gol negli ultimi 10’ della partita: con l’Alessandria: Rodriguez (43’) e Coda (51’); col Monza: Strefezza (43’), a Brescia: Dermaku (36’), col Cosenza: Coda (47’), poi ripetutosi ad Alessandria (37), col Cittadella: Coda (43’), con l’Ascoli (55’) e col Perugia (45’); inoltre, a Cosenza (Blin (51’), con la Ternana Ragusa (41’), col Pisa Faragò (40’). La difesa giallorossa invece è stata beffata sette volte negli ultimi dieci minuti: col Cittadella, Okwonkwo (47’); a Brescia, Bisoli (42’), col Vicenza, Meggiorini (44’), a Terni, Bogdan (44’), a Reggio Calabria, Folurunsho (46’) ed a Vicenza, Diaw (49’) e Ranocchia (58’). Gli estremi si toccano: da una parte il Lecce non ha realizzato né subito nemmeno un gol su calci piazzati, mentre il muro del pianto delle traverse colpite è ampio e quello delle traverse leccesi più… piccolo: 18 i rimpianti dei giallorossi, con Strefezza che di legni ne ha colpiti 6, seguito da Coda e Rodriguez (3), Dermaku (2) e, poi, uno a testa, Calabresi, Gargiulo, Listkowski ed Olivieri. Gabriel invece è stato salvato dai pali 6 volte, col Cittadella ed Ascoli, in trasferta ed in casa, a Brescia e Como.


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