PESCARA - Nicola Legrottaglie era stato uno dei primi quasi due mesi fa a sensibilizzare il mondo del calcio sulla possibilità di fermarsi subito per far fronte all'emergenza Coronavirus. Nell'ultima gara di campionato giocata a Benevento, prima dello stop, non era passato inosservato l'ingresso in campo dei biancazzurri al "Vigorito" con le mascherine. Oggi il tecnico del Pescara attende come tutti le decisioni del Governo e del mondo sportivo, ma invita tutti alla prudenza. Il concetto è fin troppo chiaro. Se si ripartirà, bisognerà farlo nelle condizioni di massima sicurezza. "Non capisco la fretta di ricominciare. Bisogna essere seri. Noi siamo rimasti a casa, ma non tutti hanno rispettato le regole. Non è facile restare a casa, ma non è impossibile. A me manca la famiglia, mancano gli affetti, ma bisogna guardare avanti. Oggi, però, mi piace ringraziare tutti coloro che si sacrificano quotidianamente, esponendosi anche al rischio del contagio, per aiutare gli altri. Voglio dire grazie a medici, infermieri e personale sanitario".
Sospesi
Il mondo del calcio è oggi sospeso. Il 4 maggio è sempre più vicino, ma è molto probabile che gli allenamenti riprendano più tardi. In questo momento nel Paese, la ripartenza del calcio per molti non sembrerebbe una priorità. "Il calcio è parte dell'industria globale italiana, e dunque secondo me, come tutte le altre situazioni deve essere valutato, e quindi quando ci saranno tutte le condizioni per poter ripartire, lo si potrà fare, ma ripeto senza fretta. Se il 4 maggio ci sarà l'ok dei medici va bene, ma altrimenti perché sennò forzare le decisioni, quando invece possiamo prenderci del tempo e ripartire quando la situazione sarà più calma".
Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale del Corriere dello Sport