Renato Neto e il Gent: che impresa in Belgio

Il centrocampista brasiliano ha firmato il gol del 2-0 nella sfida di ieri sera con lo Standard Liegi: una vittoria che ha regalato al Gent il primo titolo dopo 115 anni di storia. Sette reti tra campionato e play-off: Renato Neto ha 23 anni e ha giocato in passato nello Sporting Lisbona e nel Videoton.
Renato Neto e il Gent: che impresa in Belgio
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - Tante famiglie allo stadio, biglietti introvabili da una settimana, computer in tilt a causa della straordinaria richiesta di prenotazioni. Ventimila persone allo stadio “Ghelamco Arena”, piccolo gioiello inaugurato nel 2013, per un evento speciale: il primo “scudetto” del Gent, che ha cambiato a sorpresa la geografia del campionato belga, battendo ieri sera lo Standard Liegi per 2-0 (gol del capitano Sven Kums e del brasiliano Renato Neto). Campione dopo 115 anni di storia: un battesimo celebrato anche dal sito ufficiale dell’Uefa. Una città, Gent, culla dell’arte fiamminga. Fiandre Orientali: fortezze, abbazie e stradine medievali da cartolina. Una lunga tradizione sportiva legata soprattutto al ciclismo. E ora anche una squadra di calcio che porta allo stadio papà, mamme e bambini, E’ allenata da Hein Vanhaezebrouck, 51 anni, nato a Kortrijk, un gigante di un metro e 90, ex difensore centrale dell’Harelbeke e del Lokeren. 

 

LA CHAMPIONS LEAGUE - Il Gent ha spezzato il dominio dell’Anderlecht, che aveva conquistato quattro titoli negli ultimi cinque anni. Si è regalato anche la qualificazione alla Champions League, fonte di popolarità e miniera d’oro per il club, che ha come stemma il ritratto di un indiano sioux. Il Gent ha vinto il titolo con una giornata di anticipo. Ha chiuso la stagione regolare al secondo posto, alle spalle del Bruges di Michel Preud’homme. E nei play-off della Jupiler League ha effettuato il sorpasso. Ventidue vittorie, dodici pareggi, sei sconfitte, sessantanove gol realizzati e trentotto subiti. 

 

IL RISCATTO - Hein Vanhaezebrouck ha pilotato il Gent in questa corsa ad ostacoli. Il club azzurro, nella scorsa stagione, era arrivato settimo restando fuori dall’Europa League. Tre cambi di allenatore: da Bob Peeters a Victor Fernandez, fino a Mircea Rednic. Nessuno, dopo un anno così anonimo, avrebbe potuto immaginare questa inversione di rotta. A fare la differenza sono stati il tecnico Hein Vanhaezebrouck, sempre fedele al suo 3-4-1-2, il centravanti Laurent Depoitre, classe 1988, tredici gol tra campionato e play-off, acquistato nel 2014 dall’Oostende, e il centrocampista brasiliano Renato Neto, ventitré anni, che ha giocato anche in Portogallo (nello Sporting Lisbona) e in Ungheria (nel Videoton) prima di farsi conoscere nel Cercle Bruges e di affermarsi più avanti nel Gent. 

 

SETTE GOL - E’ stato il protagonista dei play-off: sette presenze e tre gol. Renato Neto ha segnato su rigore, ieri sera, contro lo Standard Liegi e in precedenza aveva lasciato la sua firma nelle gare con lo Charleroi (1-1) e l’Anderlecht (2-1). Si è trasformato in uno dei jolly del Gent. Sette gol in totale, considerando i quattro nella prima fase della Jupiler League. E’ alto un metro e 84, è nato il 27 settembre del 1991 a Camacan, ha un contratto fino al 30 giugno del 2017 ed è stato valorizzato da Hein Vanhaezebrouck. Ha avuto come allenatore anche l’ex juventino Paulo Sousa: hanno lavorato inseme nel Videoton.


© RIPRODUZIONE RISERVATA