Funes Mori e l’Everton a caccia della Coppa di Lega

Difensore centrale, 24 anni, passaporto argentino, ex River Plate, gemello del centravanti dei Monterrey: è stato acquistato in estate dall'Everton e in Coppa di Lega ha segnato nella semifinale d'andata vinta per 2-1 contro il Manchester City.
Funes Mori e l’Everton a caccia della Coppa di Lega
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - La Coppa di Lega, per l’Everton, ha sempre riservato qualche trappola. Non l’ha mai vinta, l’ha soltanto sfiorata, l’ha persa per due volte in finale, sempre in situazioni particolari. Quasi un sortilegio: nel 1977, unico caso nella storia di questo trofeo, furono necessarie addirittura tre partite per incoronare una squadra e in quella circostanza - dopo i tempi supplementari - l’Everton di Gordon Lee si arrese (1-2) all’Aston Villa. La seconda beffa, invece, è legata alla finale del 1984 contro il Liverpool di Ian Rush e Kenny Dalglish. La prima sfida si concluse sullo 0-0 al centoventesimo minuto. Mentre la ripetizione, al Maine Road di Manchester, fu decisa da un gol di Graeme Souness che consegnò la Coppa di Lega ai Reds (1-0), facendo sfumare il sogno di Howard Kendall, l’allenatore più amato dai tifosi dell’Everton: il manager che ha regalato ai Toffees due campionati (1985 e 1987), una Coppa d’Inghilterra (1984), tre Charity Shield (1984, 1985, 1986) e una Coppa delle Coppe (1985).

L’ESAME - Stavolta l’Everton ci sta riprovando. Non è riuscito a ipotecare l’ingresso alla finale di Coppa di Lega, vincendo di misura la semifinale d’andata in casa - al Goodison Park - contro il Manchester City, ma il 2-1 ha aumentato le speranze e l’autostima dei Toffees, allenati dal tecnico spagnolo Roberto Martinez, che nel 2013 - alla guida del retrocesso Wigan - fece un grosso dispetto nella finale di Coppa d’Inghilterra a Roberto Mancini e sempre al Manchester City. Il Wigan s’impose a Wembley per 1-0 (gol al 91’ di Ben Watson) e quella sconfitta costò la conferma a Mancini. L’Everton aspetta il 27 gennaio per provare a centrare la finale, dove potrebbe incontrare il Liverpool di Jürgen Klopp, che si è aggiudicato la prima sfida nella tana dello Stoke.

LA DIFFERENZA - Non c’è solo Romelu Lukaku, classe 1993, dieci gol nelle ultime dieci giornate di campionato, quattro reti in cinque presenze in Coppa di Lega, autore del 2-1 contro il Manchester City, ad accendere il motore dell’Everton, che in Premier League non riesce però a trovare la strada della continuità: undicesimo posto, ventisette punti in venti gare, aspettative tradite. Se Lukaku è il primo marchio di garanzia, un argentino si sta trasformando in un’altra risorsa preziosa: Ramiro Funes Mori, difensore centrale, mancino, scuola River Plate, gemello di Rogelio, centravanti del Monterrey, ha sbloccato in Coppa di Lega la partita con il Manchester City ed è ormai diventato titolare accanto a John Stones, classe 1994, che Mourinho avrebbe voluto in estate nel Chelsea. 

LA CARRIERA - Funes Mori è la scommessa vincente di Martinez. Ha ventiquattro anni e ha superato subito l’impatto con i ritmi del calcio inglese. E’ costato, in estate, otto milioni di euro: affare definito al fotofinish, il primo settembre, con il River Plate. Contratto fino al 2020, un inserimento rapido nei meccanismi dell’Everton, che applica quasi sempre il 4-2-3-1. Spigliato nelle chiusure e negli appoggi, non soffre le punte veloci ed è bravo nei colpi di testa. Fa parte della nuova nazionale argentina di Gerardo Martino, si muove in coppia con Nicolas Otamendi (classe 1988) del Manchester City, tre presenze nel girone di qualificazione al Mondiale del 2018 in Russia. Funes Mori è nato a Mendoza il 5 marzo del 1991, è alto un metro e 86, ha giocato quattordici partite in Premier League e ha segnato un gol al Bournemouth. Nella storia del River Plate, la cessione di Funes Mori è stata la più redditizia per quanto riguarda i difensori: in precedenza (nel 2003) aveva incassato, al massimo, cinque milioni di euro con il cartellino di Martin Demichelis, acquistato al Bayern Monaco. Con il club di Buenos Aires ha vinto, nell’estate 2015, la Coppa Libertadores, in finale contro i messicani del Tigres, dove gioca il centravanti francese André-Pierre Gignac, ex Olympique Lione.


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