Kaptoum, che storia: Eto’o lo ha portato al Barcellona

Il centrocampista, 19 anni, è nato in Camerun e ha iniziato a giocare nella squadra della Fondazione guidata dall'ex interista, prima di entrare nelle giovanili del club catalano. Il suo gol al Valencia (1-1), in Coppa del Re, ha regalato alla squadra di Luis Enrique il nuovo record di imbattibilità: 29 partite senza ko. Il suo procuratore è Ivan De la Peña.
Kaptoum, che storia: Eto’o lo ha portato al Barcellona
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Dalle strade di Douala alla maglia del Barcellona. Wilfrid Jaures Kaptoum è una scoperta di Samuel Eto’o, è cresciuto in Camerun sui campi di calcio della Fondazione guidata dall’ex attaccante interista, che nel frattempo ha fatto tappa in Turchia, strappando un contratto d’oro nell’Antalyaspor e segnando finora quattordici gol in venti partite. Kaptoum è il personaggio della settimana nel regno catalano, dove questo centrocampista baby si allena spesso con quel marziano di Leo Messi e con due fenomeni come Neymar e Suarez. Ha diciannove anni e mercoledì sera ha realizzato il gol del pareggio nella semifinale di Coppa del Re contro il Valencia (1-1) allo stadio Mestalla: una rete che non ha inciso sulla qualificazione dei blaugrana - considerando che la gara d’andata era finita 7-0 per il Barça - ma che ha consentito alla squadra di Luis Enrique di migliorare il precedente record di imbattibilità. Ventinove partite senza ko per “l’hombre vertical”, che a Roma non era riuscito a lasciare un’impronta, mentre Pep Guardiola si era fermato a quota ventotto nella stagione 2010-11.

IL VIAGGIO - Kaptoum vive in Spagna da otto anni: è sbarcato a Barcellona da bambino, camerunese nel cuore e catalano di adozione. Fu tesserato assieme ad altri sei “niños”: il portiere Adamou, i centrocampisti Ateba e Tina Tina, gli esterni Moussima ed Ella, il centravanti Etock. Kaptoum ha conosciuto, durante la sua esperienza nelle giovanili del Barcellona, anche l’argentino Mauro Icardi, che ora è il capitano dell’Inter. Si è fatto largo, Kaptoum, nella famosa e prestigiosa “Masia”, la casa dei talenti blaugrana, partendo però dalla “Fondazione Samuel Eto’o", che segue una serie di progetti legati alla scolarizzazione, all’istruzione, alla cooperazione e allo svoluppo dell’infanzia in Camerun. 

LA CARRIERA - E’ nato il 7 luglio del 1996 a Douala. E’ un centrocampista che abbina la corsa alla qualità. Ha iniziato a giocare nel ruolo di trequartista, in attesa di diventare mezzala. A livello giovanile è stato allenato da Garcia Pimienta, Andres Carrasco, Eusebio e Jordi Vinyals. Ora fa parte del Barcellona B, guidato in panchina da Gerard Lopez. Quattordici partite e tre gol in questo campionato, due nelle ultime due partite con l’Hospitalet e l’Olot. Ma Luis Enrique, ogni tanto, lo promuove e gli fa respirare l’aria della prima squadra. Lo ha utilizzato, da titolare, nella partita con il Bayer Leverkusen (1-1), che ha chiuso la fase a gironi della Champions League. E in Coppa del Re lo ha schierato due volte, applaudendo la sua rete contro il Valencia. Otto minuti indimenticabili per Kaptoum: l’ingresso in campo al posto di Sandro Ramirez, l’assist di Juan Camara e la grande festa.

IL MANAGER E’ DE LA PEÑA - E’ un destro naturale, ma nel 4-3-3 può giocare anche nel ruolo di mezzala sinistra, come ha dimostrato negli esperimenti fatti da Luis Enrique. E’ alto un metro e 70: piccolo e veloce, tecnico, cresciuto molto in fase di copertura. Ha già firmato un contratto in esclusiva con un’azienda che produce materiale sportivo. E si è legato al Barcellona fino al 30 giugno del 2018. Il suo procuratore è Ivan De la Peña, ex centrocampista della Lazio: «Un agente, ma soprattutto un amico, mi ha sempre seguito con affetto e amicizia», ha raccontato in diverse occasioni Kaptoum, che ammira Iniesta e ha avuto sempre al suo fianco - in passato - Carles Puyol. Ha indicato in Garcia Pimienta l’allenatore più importante, a livello formativo. Il suo riferimento, sotto il profilo tattico, è invece Thiago Alcantara, che Guardiola ha portato al Bayern Monaco. Tra i suoi ricordi più belli c’è la conquista della Youth League, la Champions baby organizzata dalla Uefa, alzata nel 2014 dopo la finale con il Benfica.


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