Lo Celso, la Roma e la Juve sul trequartista argentino

Gioca nel Rosario Central, ha diciannove anni, è nato nella città di Leo Messi e intorno al suo cartellino si è già aperta l'asta: piace anche all'Inter, al Chelsea e all'Atletico Madrid. Ha un contratto fino al 31 dicembre del 2017.
Lo Celso, la Roma e la Juve sul trequartista argentino
Stefano Chioffi
5 min

ROMA - Nella città in cui è stato partorito Leo Messi, a Rosario, dove si gioca a pallone ancora nei cortili e per le strade, sta prendendo forma la carriera di un trequartista che ha già scatenato un’asta. C’è la fila per il suo cartellino, controllato dal Rosario Central, un club che ha sempre potuto contare sulla qualità di un settore giovanile (da Mario Kempes ad Angel Di Maria) in grado di competere con quelli del Boca Juniors, del River Plate e del Newell’s Old Boys. Giovani Lo Celso, diciannove anni, un piede sinistro che incanta, dribbling e magie su punizione, genialitò e scatto, ha stregato gli osservatori di mezza Europa,  richiamando l’interesse della Juventus, della Roma, dell’Inter, del Chelsea e dell’Atletico Madrid. A lanciarlo è stato Eduardo Coudet, classe 1974, uno degli allenatori della “nouvelle vague” sudamericana, ex ala del River Plate, due moduli prediletti (il 4-4-2 a rombo e il 4-1-4-1): è stato lui a fare largo alla sfrontatezza di Lo Celso, capace di accendere subito la fantasia dei tifosi gialloblù allo stadio “Gigante de Arroyito”, quarantamila posti, clima bollente, tamburi e coriandoli, dove la partita è ancora festa e allegria. 

LA SVOLTA - Coudet, con i suoi schemi, ha cambiato in un anno le prospettive del Rosario Central, accampagnandolo al terzo posto nello scorso campionato e alla qualificazione in Coppa Libertadores. Va in panchina con il jeans e la camicia casual, ha portato idee e fantasia ed è in testa - dopo cinque giornate - alla “Primera Division”: quattro vittorie e un pareggio, +8 come differenza reti e due punti di vantaggio sul San Lorenzo de Almagro. Ha imposto ai dirigenti la conferma dei migliori talenti, a partire da Lo Celso, minacciando alla vigilia della fase a gironi della Libertadores, cominciata con un pareggio (1-1) in casa con il Nacional di Montevideo, di presentare le dimissioni davanti alla partenza dei suoi pupilli, tra i quali figurano anche l’ala Franco Cervi (1994) e il centrocampista Walter Montoya (1993). 

LA STORIA - Giovani Lo Celso rappresenta un po’ il lingotto d’oro della nuova generazione del Rosario Central, che negli ultimi tempi ha scoperto anche l’ala Franco Cervi, classe 1994, già acquistato per cinque milioni e seicentomila euro dal Benfica, disposto a farlo arrivare in Portogallo soltanto nella prossima estate. Il suo idolo è Angel Di Maria, volato in estate al Paris Saint Germain dopo aver vinto la Coppa dei Campioni nel Real Madrid di Carlo Ancelotti e dopo aver vissuto una stagione tra rimpianti e nostalgie nel Manchester United di Louis Van Gaal. Lo Celso è nato a Rosario, in un quartiere popolare, il 9 aprile del 1996. E sta provando a ritagliarsi uno spazio nella lista dei convocati del ct Gerardo Martino, predecessore - con risultati deludenti - di Luis Enrique sulla panchina del Barcellona, in vista della Coppa America del “Centenario”, in programma per l’occasione speciale negli Stati Uniti dal 3 al 26 giugno. 

LA SCHEDA - Lo Celso è alto un metro e 77. Classe e velocità, fa la differenza con le sue invenzioni e i suoi cambi di marcia. Trequartista classico, elegante ma mai egoista e anarchico: tredici presenze e tre assist nello scorso campionato, Coudet lo ha fatto debuttare il 19 luglio del 2015 contro il Velez Sarfield, pareggio (0-0) e dodici minuti in campo al posto di Victor Salazar. Titolare, maglia numero 21, cinque partite da applausi nel torneo del 2016, scattato il 5 febbraio, e un tempo (il secondo) pieno di buoni spunti in Coppa Libertadores davanti al Nacional di Montevideo (1-1 in rimonta, grazie al gol di Marcelo Larrondo, ex Siena e Fiorentina, dopo il vantaggio iniziale firmato da Nico Lopez, scoperto dalla Roma e ora tornato in Uruguay in prestito dall’Udinese). Lo Celso ha iniziato a giocare nella scuola-calcio del San José: è sempre stato considerato un talento con la filigrana, nel 2013 vinse il campionato giovanile e il titolo di capocannoniere (ventisei gol) con il Rosario Central. Ha un contratto fino al 31 dicembre del 2017, il suo cartellino viene valutato intorno agli otto milioni di euro. Juventus e Roma lo studiano, l’Inter è andato a seguirlo in Argentina, Diego Simeone lo ha consigliato ai dirigenti dell’Atletico Madrid, il Chelsea è pronto a rilanciare. Il Rosario Central prende tempo e aumenta il prezzo: non vince il titolo dal 1987, con l’allenatore Angel Tulio Zof, e questo può essere l’anno giusto.


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