Gray, che storia: da “bad boy" ai 20 gol per volare in Premier

E' un centravanti, ha 24 anni e gioca nel Burnley, primo in classifica in Championship. Dalle risse a Wolverhampton agli applausi nel calcio.
Gray, che storia: da “bad boy" ai 20 gol per volare in Premier
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - E’ riuscito a tirarsi fuori dai pericoli di un’adolescenza inquieta, Andre Gray, tatuaggi sulle braccia e una profonda cicatrice sulla guancia sinistra, capocannoniere con venti gol in Championship (la serie B inglese) e centravanti del Burnley, primo in classifica. Dalla strada al riscatto nel calcio. «Frequentavo brutte compagnie, questo taglio in faccia è il ricordo di una coltellata ricevuta fuori da un locale durante una rissa», ha raccontato qualche tempo fa al “Daily Mail". Ma ora sono lontani i tempi delle lunghe notti nei pub e delle cattive amicizie, quando abitava in un quartiere alla periferia di Wolverhampton. Andre Gray è l’attaccante più in forma della Championship: segna ogni 127 minuti e ha già servito otto assist. 

I NUMERI - Ha trovato, in estate, la sua casa ideale nel Burnley: ventinove presenze e diciotto reti nella squadra allenata da Sean Dyche, che insegue la promozione in Premier League e ha preso Gray per nove milioni di sterline dal Brentford. Era il 21 agosto e l’ex “bad boy” aveva già iniziato l’avventura in Championship timbrando due gol con il suo precedente club. Gray ha ventiquattro anni e accarezza ancora l’ambizione di ricevere la telefonata di qualche big. E’ una prima punta agile, molto veloce e moderna. E’ alto un metro e 78, ma colpisce bene anche di testa, è un destro naturale e si è legato al Burnley fino al 30 giugno del 2018. Ha sottoscritto un triennale dopo aver lasciato il Brentford, che lo ha aiutato a costruire il suo rilancio: sedici gol nello scorso campionato, sempre in Championship, la vetrina giusta per accendere l’interesse di diversi club. E a spuntarla, alla fine, è stato il Burnley, che era appena retrocesso dalla Premier League. 

QUATTRO DOPPIETTE - E’ arrivato in estate nel club guidato da Dyche, classe 1971, quarta stagione sulla panchina dei “Clarets”, e gli è stata consegnata la maglia numero sette. Ha saltato solo due partite per infortunio. Ha realizzato una tripletta contro il Bristol City e quattro doppiette contro il Bolton, l’Huddersfield, il Fulham e ancora il Bolton in trasferta, sabato scorso, nella 34ª giornata. Gray è nato a Wolverhampton il 26 giugno del 1991, è inglese e sono stati gli allenatori del settore giovanile dello Shewsbury Town a convincerlo nel 2000 a concentrare ogni energia sul calcio. 

LA GAVETTA - E’ partito dalla League Two, dalla quarta serie. Ha scoperto il fascino della Coppa d’Inghilterra con l’Hinckley United: era il 12 novembre del 2011 e trovò subito il gol al debutto contro il Tamworth (2-2). Ha giocato poi nel Luton Town (in Conference, quinta serie) e nel Brentford, che l’anno passato ha centrato il traguardo dei play-off. A parte la breve parentesi in League Two, nello Shewsbury Town, con il tecnico Paul Simpson, che lo aveva utilizzato solo quattro volte facendolo partire sempre dalla panchina, Gray ha regalato emozioni e gol a tutti i suoi allenatori: da Dean Thomas ad Alan Neilson, da Gary Brabin a Paul Buckle, da Brian Stein a John Still, da Mark Warburton a Marinus Dijkhuizen, fino a Sean Dyche, che sta provando a pilotare il Burnley verso la promozione.


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