Rivero, otto gol in Uruguay: il Plaza Colonia vince il Clausura

Non solo il Leicester in Inghilterra e il Lanus in Argentina: l'altra favola arriva da Colonia del Sacramento, ventiduemila abitanti, 176 chilometri da Montevideo. Il Plaza Colonia, infatti, ha appena festeggiato il suo primo titolo dopo 99 anni di storia: è allenato da un ex falegname Eduardo Espinel, ha battuto nella gara decisiva il Peñarol (49 scudetti) in trasferta, si affida a centrocampo a Mariano Bogliacino (ex Napoli) e può contare in attacco sull'argentino Rivero, 24 anni, che nel 2014 era senza contratto e faceva il muratore.
Rivero, otto gol in Uruguay: il Plaza Colonia vince il Clausura
Stefano Chioffi
5 min

ROMA - Maggio verrà ricordato come il mese delle favole: il Leicester di Ranieri, con il quart’ultimo monte-ingaggi in Premier League, ha regalato la prima magia e ha messo il suo timbro sul campionato più ricco del mondo, che produce 7 miliardi di euro solo dai diritti televisivi. Ma la lotta di classe è proseguita con il Lanus, che era partito nelle retrovie e ha centrato il titolo in Argentina. E anche in Uruguay, tra qualche anno, potranno raccontare la strepitosa impresa del proletario Plaza Colonia, che ha vinto il Torneo di Clausura, chiudendo il conto proprio a Montevideo in casa del Peñarol, il club con più scudetti (49) a livello mondiale dopo i Rangers Glasgow (54) in Scozia e il Linfield (51) in Irlanda del Nord.

IL SOGNO - Due anni lottava per la salvezza nella serie B uruguaiana: ora si è garantita la qualificazione alla fase a gironi della prossima Coppa Libertadores. Un gruppo di giocatori in festa, una città in delirio: Colonia del Sacramento, ventiduemila abitanti, 176 chilometri da Montevideo, famosa nelle guide turistiche per il suo “Porton de Campo” (un ponte levatoio in legno) e per la chiesa di “Iglesia Matriz”, la più antica in Uruguay, sta vivendo giorni da antologia grazie alla sua squadra di calcio, maglia biancoverde, novantanove anni di storia e uno stadio - il Campus Municipal “Alberto Suppici” - che porta il nome del professore che aveva fondato il club nel 1917.

NELLA STORIA - Il Plaza Colonia ha battuto in trasferta il Peñarol di Diego Forlan per 2-1, il 29 maggio, e si è infilato in tasca il titolo con un turno di anticipo. E’ la seconda volta, nella storia del campionato uruguaiano, che a spuntarla è una società fuori dai confini di Montevideo: in precedenza era capitato soltanto nel 2005, quando a imporsi era stato il Rocha Futbol Club. Trentadue punti, nove vittorie, cinque pareggi, una sconfitta (contro lo Juventud di Las Piedras), venti gol realizzati e nove subiti. Il Plaza Colonia ha concluso questo maggio sensazionale, mandando in fumo la speranze di sorpasso del Peñarol, che aveva due punti di svantaggio alla vigilia dello scontro diretto.

L’EX FALEGNAME - I gol del regista Nicolas Milesi (1992) e del terzino sinistro Villoldo (su rigore) hanno messo il timbro sul successo del Plaza Colonia, allenato da Eduardo Espinel, 43 anni, che fino a qualche tempo fa lavorava in una falegnameria. In panchina, con il suo 4-4-2, ha aiutato il Plaza Colonia a entrare nella leggenda. Era stato ingaggiato il 13 ottobre del 2014, adesso c’è chi gli vuole dedicare addirittura un monumento davanti al “Campus Municipal Profesor Alberto Suppici”, stadio inaugurato nel 1977 e in grado di ospitare fino a 15.000 spettatori.

C’E’ UN PO’ DI NAPOLI - Un tecnico che faceva l’artigiano, ma anche una vecchia conoscenza del calcio italiano dietro la sorprendente scalata del Plaza Colonia, guidato in campo dall’esperienza di Mariano Bogliacino, 36 anni, ex mezzala del Napoli, del Chievo, del Bari, del Lecce e della Sambenedettese. Fino allo scorso gennaio, Bogliacino giocava ancora in Italia, nel Martina Franca. Poi, dopo una telefonata dei dirigenti del Plaza Colonia, la decisione di tornare in Uruguay.

IL CENTRAVANTI - Ma la grande impresa del club biancoverde ha preso forma anche grazie agli otto gol in quindici partite del centravanti argentino German Ariel Rivero, ventiquattro anni, preso da svincolato, con il contratto che gli era scaduto nel Fenix de Pilar, e diventato uno dei simboli di questo Torneo di Clausura. Veloce e potente, alto un metro e 82, destro naturale, nato a Belen de Escobar, in provincia di Buenos Aires, il 17 marzo del 1992. Valeva meno di duecentomila euro, ora il suo cartellino costa due milioni di euro, ma il presidente Emilio Fernandez non ha intenzione di cederlo. Rivero ha segnato contro il Rentistas, il Villa Teresa, il Wanderers, lo Juventud, il Tanque Sisley, il Sud America (doppietta) e il Racing Club. Fino all’abbraccio con i tifosi nel giorno dell’apoteosi. 

“EL GRAFICO” - Ha contribuito a scrivere la storia più bella del Plaza Colonia. La rivista “El Grafico” gli ha dedicato, qualche giorno fa, un ampio servizio. German Rivero ha dovuto lavorare anche come muratore e pittore, prima di affermarsi nel calcio. Ha sempre avuto la passione del pallone e della bicicletta. E’ sposato con Eliana e ha un figlio di nome Ian. Il suo idolo, da bambino, era Gabriel Batistuta: ha anche una foto, a Reconquista, accanto all’ex centravanti della nazionale argentina. Lasciato il Fenix, Rivero era rimasto per dieci mesi senza club. Ha un sogno, adesso, dopo aver vinto il titolo con il Plaza Colonia: indossare in futuro la maglia del Boca Juniors.


© RIPRODUZIONE RISERVATA