Sassá, c’è anche il centravanti del Botafogo nei piani del nuovo ct brasiliano Tite

Ha ventidue anni, ha segnato quattro gol in sette partite di campionato e sarà uno degli osservati speciali dell'erede di Dunga, licenziato dalla federazione dopo il flop della Seleçao in Coppa America.
Sassá, c’è anche il centravanti del Botafogo nei piani del nuovo ct brasiliano Tite
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Dunga licenziato, Tite nuovo ct: la Coppa America e l’eliminazione nella fase a gironi (non capitava dal 1987), hanno certificato la crisi del Brasile. Dal fallimento nel Mondiale del 2014 al flop di questi giorni negli Stati Uniti: terzo commissario tecnico in ventitré mesi, il primo a saltare era stato Felipe Scolari, che ora lavora in Cina, al Guangzhou Evergrande. I risultati degli ultimi due anni hanno bocciato la Seleçao, precipitata al settimo posto nel ranking della Fifa. Ora si riparte da Tite, 55 anni, nato a Caxias do Sul, origini italiane (i nonni erano mantovani), una laurea in scienze motorie all’Università Cattolica di Campinas, due scudetti, una Coppa Libertadores, una Recopa Sudamerica e un Mondiale per club sulla panchina del Corinthians.

IL PIANO - Certezze azzerate, si ricomincia da Neymar, simbolo di una nazionale da rifondare, guardando anche alla carta d’identità. Cambieranno staff e tempi di lavoro. Organizzazione nuova: l’idea è quella di pianificare, con la collaborazione e il sostegno dei club, anche una serie di stage federali. L’obiettivo è pesare subito lo spessore e la maturità della nuova generazione. Il primo a essere promosso sarà Gabriel Jesus, diciannove anni, quattro gol nel Brasileirão, attaccante esterno del Palmeiras, che pensa di aver scoperto un altro Neymar.

LE SCELTE - Un taglio netto con il passato: Tite ha già tracciato la strada. Un Brasile da ricostruire e una qualificazione al Mondiale del 2018 da salvare: già, perché l’eredità lasciata da Dunga non è semplice. La classifica del girone che porta all’appuntamento in Russia non consente altri errori. La Seleçao, dopo sei giornate, è sesta in classifica. E se i giochi dovessero chiudersi ora, si ritroverebbe a casa. Tite ha il compito di cambiare faccia al Brasile: è questa la missione, è questo l’incarico che ha ricevuto dal presidente federale Marco Polo Del Nero.

LA SELEZIONE - Almeno cinquanta Under 23 da studiare. E tra questi c’è anche Sassá, classe 1994, centravanti del Botafogo. E’ stato uno dei protagonisti del ritorno in A del club di Rio con sette gol in ventidue partite, ha superato in modo brillante - con l’aiuto del dottor Luiz Fernando Medeiros, responsabile dello staff medico del Botafogo - l’operazione al legamento crociato del ginocchio sinistro e ha già segnato quattro reti in sette gare nel “Brasileirão”, dalla magia con il Vitoria di Bahia alla tripletta - pochi giorni fa, il 16 giugno - contro l’America di Minas Gerais: il secondo tris della sua carriera dopo quello al Nautico, nel campionato di B (era il 24 ottobre del 2015, due settimane prima del grave infortunio).

IL CONTRATTO - Piccolo e veloce, ai tifosi del Botafogo ricorda Romario. E’ alto un metro e 74: destro naturale, salta il difensore e accelera, tecnica raffinata. Ha un contratto fino al 31 dicembre del 2017. Proviene dalla scuola del Botafogo, ha giocato nel 2014 in prestito all’Oeste e nel Nautico (nove gol in B). Poi è tornato al “Fogão”. Luiz Ricardo Alves, che tutti conoscono con il nome di Sassá, è nato a Rio de Janeiro l’11 gennaio del 1994, sei mesi prima del trionfo della Seleçao di Carlos Alberto Parreira al Mondiale negli Stati Uniti e della finale vinta a Pasadena per 3-2 ai rigori contro l’Italia di Arrigo Sacchi. Sassá è il centravanti titolare del Botafogo di Ricardo Gomes, che schiera la squadra con il 4-4-2 o il 4-2-3-1. Il portiere è Sidão (1982), i terzini sono Luis Ricardo (1984, a destra) e Diogo Goiano (1992, a sinistra). La coppia centrale è formata di solito da Renan Fonseca (1990) ed Emerson (1983). I mediani sono Bruno Silva (1986) e Rodrigo Lindoso (1989). Sulle fasce si muovono Gegè (1994) e Fernandes (1995). Accanto a Sassá, c’è un altro gioiello di casa: Ribamar (1997), un gol all’Atletico Paranaense e un futuro pieno di buone promesse.


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