ROMA - Il regalo più bello, ai tifosi del Leicester, lo ha fatto Jamie Vardy, comunicando la sua decisione di non lasciare il club guidato da Claudio Ranieri: ha telefonato a Wenger dal ritiro della nazionale inglese, lo ha ringraziato della stima, ma alla fine ha preferito rifiutare l’offerta dell’Arsenal. Una storia da calcio antico, quello che si nutriva di sentimenti. Un po’ come Gigi Riva, quando era il simbolo del Cagliari e chiuse la porta in faccia alla Juventus. Senza rimpianti e nostalgie. Una scelta controcorrente, impopolare, nell’industria del pallone. Vardy continuerà a giocare nel Leicester: dopo l’impresa in Premier, dopo la conquista di un titolo che ha fatto il giro del mondo per la sua straordinarietà, Vardy vuole trascinare il Leicester nella fase a gironi di Champions League. Ventiquattro gol e otto assist nello scorso campionato, ma anche tanti applausi in questi giorni all’Europeo. Cinque anni fa giocava tra i dilettanti e lavorava in fabbrica, ora è il centravanti più richiesto della Premier.
IL CUORE E I SOLDI - Resterà al Leicester. E poco importa, come ha spiegato ai compagni e agli amici, che nell’Arsenal avrebbe percepito un ingaggio più ricco. Ha mantenuto la promessa fatta ai suoi tifosi nel giorno delle celebrazioni in piazza. Non ha sciolto il vincolo con il Leicester, pronto a blindare anche il trequartista Riyad Mahrez, diciassette reti e dieci assist nella stagione del trionfo in Premier. E la proprietà thailandese, rappresentata dal presidente Vichai Srivaddhanaprabha e dal figlio Aiyawatt, numero due del club, è pronta a sostenere altri investimenti in vista della Champions.
IL BLITZ A PORTO ALEGRE - La nuova idea del Leicester porta in Brasile: i dirigenti hanno effettuato tentativo per arrivare all’attaccante Eduardo Sasha, in grande evidenza con la maglia dell’Internacional di Porto Alegre, dove negli anni Settanta si era imposto Paulo Roberto Falcao. Eduardo Sasha può fare la seconda punta, oppure l’esterno nel 4-3-3. Ha segnato tre gol in otto partite, aiutando l’Internacional di Porto Alegre a salire al secondo posto nel “Brasileirão”: venti punti in classifica, due in meno del Palmeiras, dopo dieci giornate. Ha realizzato una doppietta contro il San Paolo e una rete nella sfida con l’Atletico Mineiro, trovando subito un’intesa perfetta con Vitinho (classe 1993), capocannoniere con quattro gol della squadra allenata da Argél, 40 anni, in possesso anche del passaporto italiano e pronto a stregare i suoi tifosi con il 4-2-3-1.
COME PATO - Eduardo Sasha ha ventiquattro anni, è nato a Porto Alegre il 24 febbraio del 1992, è cresciuto nel vivaio del club biancorosso, da dove aveva cominciato il suo viaggio anche l’ex milanista Pato. E’ stato compagno di Alisson (1992), il portiere acquistato ora dalla Roma. Eduardo Sasha gioca quasi sempre sulla fascia destra, da esterno: è alto un metro e 73, salta il terzino, inventa il numero che scalda il pubblico, è elegante e veloce. Nella scorsa stagione si era fatto ammirare anche in Coppa Libertadores (due gol e quattro assist). Ha debuttato nel campionato brasiliano il 12 settembre del 2010, in occasione del pareggio (0-0) tra Internacional e Goias. A lanciarlo era stato Celso Roth. Eduardo Sasha, che ha un contratto fino al 30 giugno del 2018, ha già vinto quest’anno il “Gaucho”, il campionato di Rio Grande do Sul: si è trattato del 45° titolo statale (record) dell’Internacional, che non conquista però lo scudetto dal 1979, dai tempi di Falcao. Il Leicester gli fa la corte da diverse settimane e proverà a portarlo in Premier. La prima proposta di 9 milioni di sterline, come ha riportato "Globoesporte", è stata respinta. L’ Internacional ne chiede undici e mezzo.