Joe Gomez, la novità del 4-3-3 di Klopp

Difensore centrale, 21 anni, mancino, gioca accanto all'olandese Van Dijk (costato 85 milioni di euro) ed è stato già convocato nella nazionale inglese dal ct Southgate. Scoperto nel Charlton, viene paragonato a Rio Ferdinand, uno dei vecchi leader del Manchester United di Ferguson.
Joe Gomez, la novità del 4-3-3 di Klopp
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - In panchina c’era lo scozzese Kenny Dalglish, in porta giocava ancora Bruce Grobbelaar (una vita diventata una biografia, “Life in a Jungle”, l’infanzia in Sudafrica, la guerra civile in Rhodesia e la maglia dello Zimbabwe, prima di entrare nel cuore del popolo di Anfield Road), il centravanti era Ian Rush, diciotto gol, quattro in meno di John Barnes, capocannoniere di quel Liverpool, l’ultimo in grado di vincere il titolo, quando la Premier League si chiamava ancora First Division: era il 1990, sono scivolati via ventotto anni e quattro mesi. Un digiuno lunghissimo, solo il Manchester United può vantare una tradizione più nobile e prestigiosa dei Reds: venti “scudetti” contro diciotto. Ma il vento sta cambiando, come sostiene da tempo Jürgen Klopp. E il Liverpool, in questa caccia al tesoro, è convinto di aver trovato finalmente la mappa giusta. Una partenza spigliata, tre vittorie nelle prime tre giornate, che non si registrava dal 2013, quando il tecnico era Brendan Rodgers. E i Reds sono anche gli unici a non aver subito neppure un gol: merito di Alisson, mani di cemento armato, abituato a fare la differenza, prima nell’Internacional di Porto Alegre e più avanti nella Roma e nella Seleçao. Alisson, il colpo da 72,5 milioni (bonus compresi), è già diventato un rimpianto per il Manchester United, per il Real Madrid e il Barcellona. 

MENTALITÀ - Un Liverpool giovane (27 anni di età media), ma completo e maturo. Con un organico che vale quasi 900 milioni di euro.  Salah, Firmino, Mané, Van Djik, Fabinho, Wijnaldum, Lovren, Clyne, Henderson, Lallana, Shaqiri, Sturridge: un pozzo infinito di soluzioni, qualità in ogni settore, alternative di lusso, come certificato già dalla finale raggiunta nella scorsa stagione in Champions, un viaggio a Kiev rovinato dal Real Madrid. Dal capolavoro di Dalglish, che ora ricopre un ruolo di consigliere dei dirigenti e in tribuna d’onore ad Anfield Road non manca mai, al calcio heavy metal di Klopp, l’anticonformista che ha trovato subito una sintonia speciale con la città e i tifosi. Può essere la stagione della grande rinascita. E anche i bookmaker, in Inghilterra, hanno sposato questa possibilità: il Liverpool è considerato il favorito dopo il Manchester City. 

GIOVENTÙ - Una squadra che diverte e affascina nel segno del 4-3-3. Primo posto in compagnia del Chelsea di Sarri e del Watford della famiglia Pozzo. Campioni con la filigrana e una gioventù con il marchio giusto. In prima fila non c’è solo Trent Alexander-Arnold, diciotto anni, che ha appena preso la patente di guida: un’invenzione di Klopp e una certezza per il ct Gareth Southgate, che lo ha convocato per il Mondiale del 2018, chiuso dall’Inghilterra al quarto posto. Largo ai talenti: ecco l’impronta di Klopp. E Joe Gomez rappresenta un altro dei capitali del Liverpool: ventuno anni, difensore centrale, un metro e 88, arrivato nel 2015 dal Charlton per quasi cinque milioni di euro. E’ nato a Catford il 23 maggio del 1997, gioca sul centro-sinistra, due presenze da titolare in questo campionato, un’intesa perfetta con l’olandese Van Dijk, ex Southampton, costato 85 milioni, il difensore più pagato nella storia del calcio e dei Reds. Centrale, oppure terzino. E’ mancino, è stato già chiamato dal ct Southgate. Papà del Gambia e mamma inglese: personalità, colpo di testa, anticipo, buona tecnica, i tabloid lo hanno definito l’erede di Rio Ferdinand, dodici stagioni nel Manchester United, uno dei leader storici del vecchio gruppo di Alex Ferguson.


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