Alvarez, dalla maglia di De Ligt ai compiti di De Jong

Ha ventuno anni, è messicano, l’Ajax lo ha scoperto nell’America e lo ha pagato 15 milioni. E’ la sorpresa di questa prima parte della stagione: difensore centrale o regista-mediano, ha scelto il 4 di De Ligt e nel 4-3-3 di Ten Hag ha ereditato i compiti che spettavano a De Jong. Applausi in Champions: un gol all’Apoel Nicosia nel preliminare e uno al Lille nella prima giornata della fase a gironi.
Alvarez, dalla maglia di De Ligt ai compiti di De Jong© EPA
Stefano Chioffi
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ROMA - Si chiama “De Toekmost”, è il primo segreto dell’Ajax: 140.000 metri quadrati, sette campi di calcio in prato naturale e sintetico, una foresteria, un centro medico, un investimento medio di sei milioni a stagione, quasi duecento giovani dai sette ai diciannove anni. “De Toekomst”, tradotto dall’olandese all’italiano: “Il Futuro”. Un nome, un programma. E’ la casa dove crescono i nuovi talenti, è la “cantera” dell’Ajax: si trova a tre minuti di autobus dall’Amsterdam Arena. Qui si tramanda il culto di Rinus Michels, del 4-3-3 e del “total voetbal”. Da Johan Cruyff e Ruud Krol a Marco Van Basten e Frank Rijkaard, da Dennis Bergkamp e Clarence Seedorf a Matthijs De Ligt e Frenkie De Jong: c’è un filo rosso che unisce epoche e tradizione da quasi mezzo secolo.

IL MARCHIO - Tecnique (tecnica), insight (intuito), personality (personalità) e speed (velocità): una sigla, TIPS, che racchiude storicamente i punti cardinali della filosofia dell’Ajax. Un lavoro di ricerca, profondo e metodico, che si è evoluto nel tempo, in modo graduale. La modernità è quella di individuare anche all’estero nuovi giocatori di valore da formare, come è avvenuto in passato con Zlatan Ibrahimovic (preso nel Malmö) e Christian Eriksen (scoperto nell’Odense). E il raggio d’azione si è allargato ora anche al Sudamerica con il brasiliano David Neres (ala, ex San Paolo) e gli argentini Nicolas Tagliafico (terzino sinistro, arrivato dall’Independiente) e Lisandro Martinez (difensore centrale o mediano, in evidenza nella passata stagione con la maglia del Defensa y Justicia).

LA NOVITÀ - L’ultima intuizione del direttore sportivo Marc Overmars è sbocciata in Messico, dove l’Ajax ha chiuso in estate un altro affare: Edson Alvarez è la sorpresa di queste prime partite. Ha quasi ventidue anni, è nato a Tlalnepantla de Baz il 24 ottobre 1997. Giocava nell’America di Città del Messico: difensore centrale oppure mediano-regista. Ha ereditato il numero 4 di De Ligt, ma Erik Ten Hag gli ha consegnato i compiti che venivano affidati a De Jong, acquistato dal Barcellona in cambio di 75 milioni più 11 di bonus. 

LE CARATTERISTICHE - Play senza confini, anche mezzala, per sfruttare l’abilità negli inserimenti, la corsa, la resistenza, la forza negli anticipi, il colpo di testa, il tackle. E’ costato 15 milioni, ha firmato un contratto fino al 2024. Tre partite brillanti in Eredivisie, ma soprattutto un rendimento che ha marcato la differenza in Champions: un gol nel preliminare contro l’Apoel Nicosia e un debutto da favola nella fase a gironi. Martedì scorso ha spostato gli equilibri nella sfida con il Lilla, vinta dall’Ajax per 3-0. Alvarez è salito in cattedra: 90,7% di passaggi riusciti, 72 tocchi, 4 contrasti, 3 falli subiti, 3 tiri e il gol del 2-0, arrivato al 5’ del secondo tempo su assist di David Neres. Alvarez si è inserito con grande naturalezza negli schemi di Ten Hag. Immediata l’intesa con Danny Van de Beek, assente per infortunio nel battesimo in Champions dell’Ajax, che ha dominato (60,8% di possesso palla) e battuto il Lille anche grazie ai gol di Promes e di Tagliafico.


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