Luis Diaz e la Colombia d’oro del Porto: 7 cessioni da 132,5 milioni

E’ l’ultima scoperta del club guidato dal presidente Pinto Da Costa, che in passato ha realizzato plusvalenze favolose con Falcao, James Rodriguez, Jackson Martinez e Guarin. Ala sinistra, 22 anni, ex talento dello Junior Barranquilla, è costato sette milioni di dollari e si è conquistato subito un posto da titolare nella squadra di Sergio Conceição: 4 gol e 3 assist in 14 partite
Luis Diaz e la Colombia d’oro del Porto: 7 cessioni da 132,5 milioni
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Il Porto ha trovato in Colombia una fonte di guadagno. Barranquilla, Bogotà, Cali, Envigado e Medellin: cinque città che hanno rappresentato - in epoche diverse - il pentagono della ricchezza per il club di Pinto Da Costa, 81 anni, presidente dal 17 aprile del 1982, 60 trofei vinti e 132,5 milioni ricavati dalla scoperta e dalla cessione di sette giocatori colombiani. Plusvalenze favolose: da Ramadel Falcao (72 gol in 97 partite) a Jackson Martinez (100 reti in 136 gare), da Fredy Guarin a James Rodriguez. Nella terra di Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la letteratura nel 1982, autore di libri da collezione come “Cent’anni di solitudine” e “L’autunno del patriarca”, il Porto ha realizzato una serie di affari vantaggiosi. E questa rotta, inaugurata nel 2006 con l’arrivo a Oporto di Wason Rentería, non l’ha mai abbandonata. Nove acquisti in totale, compresi Juan Fernando Quintero, Héctor Quiñónes e i nuovi arrivi Luis Diaz e Mateus Uribe. Ogni cessione, in media, ha fruttato ai “Dragões” 18,9 milioni di euro.

LO JUNIOR BARRANQUILLA - Una rete di osservatori, quella del Porto in Colombia, che monitora in un triennio tra i 400 e i 600 Under 20: schede raccolte in un database con relazioni aggiornate. L’ultimo gioiello si chiama Luis Diaz, ha 22 anni, è un’ala sinistra e ha sposato il club di Da Costa seguendo la strada dei suoi idoli Falcao e James Rodriguez, diventati nel frattempo anche suoi amici nella nazionale guidata da Carlos Queiroz. Il Porto è andato a prenderlo il 10 luglio a Barranquilla: ha speso sette milioni di dollari e ha promesso allo Junior il 20% della futura vendita del cartellino di Luis Diaz, seguito dal suo manager Carlos Van Strahalen e nato il 13 gennaio del 1997 a Barrancas, un comune a 103 chilometri da Riohacha, dove la musica ravviva i pomeriggi di caldo torrido e birra. Ha firmato un contratto fino al 2024, gioca nello stesso ruolo che interpretava con eleganza il suo allenatore Sergio Conceição. Creatività, finte, dribbling, scatto, velocità: ha superato gli ostacoli del calcio europeo rafforzando subito le certezze e l’investimento del Porto, pronto ad anticipare l’inserimento del River Plate e a chiudere la trattativa con lo Junior, dove Luis Diaz aveva segnato diciotto gol in sessantotto partite e aveva fatto la differenza negli schemi di Julio Comesãna, il tecnico che ha inciso di più sul suo processo di crescita.

LA JUVE E IL BARCELLONA - Una carriera, quella di Luis Diaz, un metro e 80, cominciata da bambino nella Seleccion Wayúu. “I club che mi piacciono di più? La Juventus e il Barcellona. E se non fossi diventato calciatore, avrei provato a fare l’insegnante di ginnastica”, aveva raccontato in un’intervista rilasciata prima che si trasferisse in Portogallo. Guadagnava all’inizio 50.000 pesos: lo Junior, dove l’ala ha vinto un Torneo di Apertura e una coppa, l’ha scelto e quasi adottato, gli ha messo a disposizione un piccolo appartamento a Barranquilla, lo ha sostenuto e appoggiato, in attesa di vederlo protagonista con la maglia numero 20. E’ diventato l’orgoglio dello Junior Barranquilla e del presidente Antonio Char, che ha condotto l’operazione con il Porto, dove Luis Diaz si è meritato la copertina in questi primi mesi: 4 gol e 3 assist nella squadra di Sergio Conceição in 14 partite. E’ stato uno dei cinque acquisti chiusi in estate dal club di Da Costa con Shoya Nakajima, Zé Luis, Renzo Saravia e Ivan Marcano (ex Roma). A Barranquilla, dove è stato allenato anche da Alexis Mendoza e Luis Fernando Suárez, era chiamato con affetto “el Guajaro”, perché Barrancas si trova nel Dipartimento di La Guajira, che è bagnato a nord dal Mar dei Caraibi e confina a sud-est con il Venezuela.


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