Antony e il supermarket Ajax: 663 milioni di plusvalenze in 10 anni

Il brasiliano, classe 2000, ala destra, ex San Paolo, è l’ultima scoperta del club olandese: tre gol in campionato e uno in Champions
Antony e il supermarket Ajax: 663 milioni di plusvalenze in 10 anni© EPA
Stefano Chioffi
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Sono cambiati i presidenti, gli allenatori e anche gli sponsor sulla maglia, ma lo slogan dell’Ajax è sempre rimasto lo stesso, ha resistito al tempo e alle mode: scoprire, valorizzare e vendere talenti. Negli ultimi dieci anni il club olandese ha venduto 58 giocatori (da Luis Suarez al Liverpool a Donny Van de Beek al Manchester United) e ha guadagnato 663 milioni. Le cessioni che hanno fruttato più soldi sono state quelle di Frenkie De Boer al Barcellona (86 milioni) e di Matthijs De Ligt alla Juve (85,5). L’Ajax rimane il primo modello di club europeo che ha costruito la sua fortuna economica e sportiva basandosi sui principi dell’autofinanziamento.

IL BRASILE - Creare profitti partendo dal vivaio e dal lavoro degli scout in giro per il mondo: ecco la password, l’anello di congiunzione tra passato e presente. L’acquisto più costoso rimane quello di David Neres, pagato 22 milioni e preso dal San Paolo nel 2017, con l’obiettivo di moltiplicarne il valore. E anche Antony, altro brasiliano, vent’anni, ala destra (stesso ruolo di David Neres), ha trovato posto tra i primi quattro colpi più cari nella storia dell’Ajax: è stato scovato sempre nel settore giovanile del San Paolo ed è arrivato in estate per 15,7 milioni, un po’ meno del denaro investito nel 2008 per Miralem Sulejmani (16,8) e nel 2018 per riportare Daley Blind (16) ad Amsterdam dopo l’esperienza nel Manchester United.

LE PROPOSTE - Antony è uno dei sei tesori del nuovo Ajax, che si giocherà la qualificazione agli ottavi di Champions mercoledì prossimo in casa contro l’Atalanta: gli altri sono il difensore centrale Perr Schuurs (1999, corteggiato dal Liverpool), il regista Ryan Gravenberch (2002, gestito da Mino Raiola), il trequartista Jurgen Ekkelenkamp (2000), l’attaccante esterno David Neres (1997) e il centravanti Lassina Traoré (2001).

I NUMERI - C’è la Seleçao nel destino di Antony, mancino, alto un metro e 72, nato il 24 febbraio del 2000 a Osasco. Finte, dribbling, scatto, maglia numero 39, 4 gol e 3 assist in nove partite nel campionato olandese. Ha segnato anche in Champions contro il Midtjylland. Antony Matheus dos Santos: questo il suo nome completo. Nel San Paolo è stato lanciato dal tecnico André Jardine, che lo considerava l’under 20 più interessante con il trequartista Helinho, ora in prestito al Bragantino.

LA STORIA - Antony ha cominciato la carriera nella scuola calcio a Osasco, nel Gremio Esportivo. E nel 2010, a dieci anni, è stato tesserato dal San Paolo. Jardine lo ha fatto esordire, mentre l’uruguaiano Diego Aguirre era stato il primo a farlo allenare con la prima squadra. E’ rimasto legato al “Tricolor” e nelle sue interviste ha sottolineato spesso che nel San Paolo ha trovato “affetto, amicizia, ma anche una struttura che gli ha insegnato a capire l’importanza di lavorare con serietà”.

LE SOLUZIONI - Antony è un’ala che può giocare nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1. Con l’aiuto di Erik Ten Hag, che allena l'Ajax dal 2017, vuole maturare e completarsi: sta imparando a curare di più la fase difensiva e il pressing. Ha firmato un contratto fino al 2025 e si fa seguire dal procuratore Junior Pedroso, a capo di una società di consulenza (4ComM) che si occupa anche di Lucas Moura del Tottenham e dell’ex interista Gabigol, ora al Flamengo.


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