Godfrey e l’exploit dell’Everton di Rafa Benitez, contestato a giugno e ora primo in Premier

Difensore centrale, 23 anni, già convocato nella nazionale inglese dal ct Southgate: è il regista arretrato del 3-4-3 scelto dal tecnico spagnolo, che i tifosi dei Blues non volevano a Goodison Park per il suo passato sulla panchina del Liverpool
Godfrey e l’exploit dell’Everton di Rafa Benitez, contestato a giugno e ora primo in Premier© Getty Images
Stefano Chioffi
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Il 14 giugno, scoperto il nome dell’erede di Ancelotti, i tifosi dell’Everton avevano organizzato sui social una petizione contro l’arrivo di Benitez: sollevazione popolare a Goodison Park, striscioni davanti agli uffici del club, una battaglia di principio per opporsi all’assunzione dello spagnolo, l’unico tecnico della storia ad aver lavorato nelle due squadre di Liverpool. “Prendete Rafa? Niente abbonamenti”. Novantuno giorni dopo, il 13 settembre, il vento è cambiato: terminata la partita vinta per 3-1 sul Burnley, i tifosi dei Blues hanno salutato Benitez allo stadio con una lunga standing ovation e hanno celebrato il primo posto in Premier con una serie di “olé”. Dieci punti in quattro giornate, come il Manchester United, il Chelsea e il Liverpool. Eppure la stagione era cominciata tra tensioni, minacce e il rischio che la curva più calda di Goodison Park potesse generare strappi e contestazioni. Oltretutto, durante il caso Benitez, si era registrato il terremoto legato all’arresto del centrocampista islandese Gylfi Sigurdsson, accusato di pedofilia. Una vicenda terribile: il giocatore è stato sospeso e le indagini della polizia proseguono, in attesa del processo.

Il 3-4-3

Un’estate dolorosa e tormentata, ma Rafa è riuscito a proteggere il gruppo, a tenerlo blindato. E ora sta raccogliendo i frutti di questo lavoro. L’Everton gioca molto bene e sogna di lottare per un titolo che manca dal 1987, dai tempi di Howard Kendall in panchina. Squadra corta, manovra fluida, ritmo elettrico, una costruzione che la parte spesso da dietro e offre tante linee di passaggio. Pickford in porta. Mina, Keane e Godfrey in difesa. Coleman e Digne esterni di centrocampo, Doucouré e Allan impegnati a sostenere un impianto a tre punte, con Gray e Richarlison larghi sulle fasce, pronti a innescare Calvert-Lewin. Il 3-4-3 è il modulo di riferimento, ma Benitez ha saputo convertirlo a volte in un 4-4-2, potendo contare sull’elasticità e il dinamismo dei suoi interpreti. Divertimento e organizzazione: i Blues hanno battuto 3-1 il Southampton, pareggiato 2-2 in casa del Leeds, vinto per 2-0 contro il Brighton e sconfitto in rimonta per 3-1 il Burnley.

Altro clima

Se Richarlison è un artista e Calvert-Lewin era stato già rigenerato da Ancelotti, Allan ha ritrovato in Premier quella continuità di rendimento che lo aveva distinto nell’Udinese e nel Napoli. Giusta anche la scelta di puntare sul rilancio di Gray, autore di tre gol in quattro partite, tornato protagonista dopo il periodo di involuzione vissuto nel Leicester e poi nel Bayer Leverkusen. Ma un altro dei fattori che hanno inciso sulla brillante partenza dell’Everton è rappresentato da Ben Godfrey, ventitré anni, mancino, difensore centrale, contratto fino al 2025, voluto da Ancelotti nell’ottobre del 2020 e arrivato dal Norwich per ventisette milioni e mezzo di sterline.

La carriera

È cresciuto nello York City e ha studiato all’Archbishop Holgate’s School. Ha origini giamaicane e suo padre Alex è stato un rubgista. Ha fatto una breve esperienza nel Middlesbrough e ha firmato con il Norwich a gennaio del 2016, prima di andare in prestito allo Shrewsbury Town, di tornare ai “Canaries” e di trasferirsi a Goodison Park. È nato il 15 gennaio del 1998 a York. Può agire anche come terzino e nel ruolo di mediano. Ha giocato una partita con la nazionale inglese del ct Gareth Southgate. Attento in marcatura e spigliato nella costruzione della manovra: Rafa Benitez lo considera un regista aggiunto, uno dei segreti del suo Everton, sbocciato tra contestazioni e polemiche.


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