La sera del 29 giugno, dopo che la Svizzera aveva buttato fuori dagli Europei una delle più obbrobriose Nazionali della storia recente, nessuno avrebbe creduto possibile che quattro mesi e mezzo più tardi, l'Italia si sarebbe qualificata ai quarti di finale della Nations League, guadagnando anche il titolo di testa di serie nel sorteggio dei Mondiali 2026. Per giunta, chiudendo il Gruppo 2 a pari punti con la Francia vicecampione del mondo e N.2 del ranking Fifa, epperò prima classificata grazie a un gol in più nella differenza reti. Venerdì, in sede di sorteggio, ci toccherà la Spagna campione d'Europa, la Germania o il Portogallo, da affrontare in marzo. Sei partite, 4 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta, 13 reti all'attivo e 8 al passivo: volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, ci sono buone ragioni per pensare positivo. Ciò non toglie che la severa lezione di francese impartita agli azzurri a San Siro debba essere andata a memoria, per evitare altre docce gelate in futuro.
Deschamps ha restituito a Spalletti il 3-1 incassato il 6 settembre a Parigi. La vittoria transalpina è stata piena e meritata, frutto di una grande prestazione dei Bleus. Sono scesi in campo caricati a pallettoni anche dagli incivili che avevano vergognosamente fischiato la Marsigliese, ignoranti e idioti a tal punto da dileggiare il meraviglioso inno alla libertà. Tant'è vero che dopo soli 120 secondi Rabiot, su corner dell'ex romanista Digne, ha fulminato l'addormentata difesa di Spalletti. Si è trattato del quarto gol degli ultimi sei presi dagli azzurri, tutti su calcio piazzato. Il quinto è scaturito dalla punizione del medesimo Digne, sfortunatamente deviata in porta dalla schiena di Vicario; il sesto l'ha siglato ancora Rabiot che, da quando aveva lasciato la Juve per approdare a Marsiglia, non aveva mai segnato. Peraltro, il Mezza porta bene all'ex Cavallo Pazzo di Allegri: proprio a Milano, il 7 luglio 2020, aveva firmato la sua prima rete in bianconero (Milan-Juve 4-2). Transeat.
Non si può passare oltre, invece, sul pessimo primo tempo di una squadra molle e confusionaria, men che meno sull'improvvida scelta di Spalletti riguardo Barella, schierato finto trequartista alle spalle del malcapitato Retegui che non ha ricevuto un pallone decente sino a quando è rimasto in campo. Uno del calibro di Barella non può giocare fuori ruolo. Inoltre, se "Maldini è il nostro Sinner, avendo tiro facile ed eleganza" (cit. Spalletti), non si capisce come mai, lui che il trequartista lo fa e bene, sia stato mandato in campo soltanto nella bagarre finale quando il gioiello del Monza poco poteva fare. Ancora: perché Rovella, così brillante al debutto in Belgio, è partito in panchina? È vero: se Maignan non si fosse opposto con la sua bravura al tiro di Kean in pieno recupero, ora parleremmo di Italia prima, Francia seconda e di una sconfitta meno amara. Tuttavia, la sostanza non cambierebbe. Dato a Spalletti ciò che è di Spalletti, il merito di avere ricostruito la Nazionale dalle macerie del 29 giugno che lui stesso aveva concorso a originare, ora ct e squadra facciano tesoro della bocciatura in francese. Allons Azzurri, le jour de gloire doit encore arriver.