Dilili a Parigi, in sala il nuovo film di Michel Ocelot

Il regista francese ha presentato il suo ultimo film d'animazione a Torino, in occasione di Cartoons on the Bay 2019
Dilili a Parigi, in sala il nuovo film di Michel Ocelot
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Arrivato il 24 aprile nelle sale italiane, Dilili a Parigi è il nuovo film d'animazione di Michel Ocelot, che il regista francese ha presentato a Torino, durante la 23° edizione del Cartoons on the Bay.

La storia racconta di Dilili, una bambina kanak, troppo bianca per la Nuova Caledonia e troppo nera per la Parigi della Belle Époque, che, in compagnia del suo amico Orel, si avventura in una città a caccia dei maschi maestri, un'associazione criminale che vuole sottomettere le donne e rapisce le ragazzine della città.

Il film si immerge nell'art déco e nello stile liberty di inizio '900, catapultando lo spettatore in colori incredibili, personaggi e costumi che si muovono sullo sfondo delle fotografie scattate dallo stesso Ocelot, per anni e anni, a spasso per Parigi.

Il regista ha spiegato le ragioni della scelta di Parigi come location e soprattutto quelle legate alla scelta dell'ambientazione storica, la Belle Epoque: "Oltre alle ragioni superficiali, ho capito che era quella che mi serviva perché mostra gli orrori peggiori commessi dall'uomo ma anche l’antidoto ad essi: la civiltà. In particolare, la civiltà occidentale che ritengo sia la migliore, fino ad oggi. Per Parigi, i primi 20 anni del ‘900 sono eccezionali e mi hanno dato l'opportunità di mostrarvi donne e uomini eccezionali che hanno fatto grandi cose per l'umanità, senza avere il bisogno di sopraffare gli altri. Perciò non è un ritratto utopico, ma storico.

Ritengo che la cultura occidentale sia la migliore perché è aperta ad altri. Da quello che so, alla Sorbona la cattedra di arabo ed ebraico esiste dal quindicesimo secolo, Le mille e una notte sono stati scoperti da un professore francese di arabo, che aveva tradotto prima il Corano, e poi ha tradotto le famose fiabe orientali. Non tutte le civiltà sono in grado di aprirsi allo stesso modo. In questo risiede la grandezza di questa civiltà."

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