The Irishman, la recensione dell'opera magna di Scorsese

Il grandissimo regista ha realizzato un film monumentale e pieno di sfaccettature con un cast unico e immortale. Dal 4 al 6 novembre nei cinema selezionati e dal 27 novembre su Netflix
The Irishman, la recensione dell'opera magna di Scorsese
Simone Zizzari
3 min

ROMA - Mastodontico, colossale, epico, con tantissime anime che si sovrappongono durante il suo sviluppo. Raccontare "The Irishman" è veramente complicato. Non tanto per l'incedere quanto per i tantissimi temi che vengono alla luce lungo il cammino. Martin Scorsese, grazie ai soldi (tanti, tantissimi soldi) che gli ha messo a disposizione Netflix ha realizzato l'opera della sua vita, la degna conclusione di un ciclo che ha abbracciato i quattro decenni di carriera dietro la macchina da presa. The Irishman non è solo un film, è una profonda e lucidissima riflessione sulla vita professionale del leggendario regista che ha tirato fuori dal cilindro un monumentale inno ai gangster movie che lui stesso ha aiutato a diventare un genere di successo. The Irishman vede sullo schermo Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, uno al fianco dell'altro. E poi Harvey Keitel, Bobby Cannavale. Un cast così stellare che la storia passa quasi in secondo piano.

LE MILLE ANIME - Nelle tre ore e mezza di film (mai come in questo caso la lunghezza non è un difetto) Scorsese si prende tutto il tempo che gli serve per appronfondire la personalità dei suoi personaggi. Un lusso che Netflix gli ha concesso, lasciandogli carta bianca. Lui non si fa pregare e nel lunghissimo incedere della storia dipinge i suoi personaggi in un modo eccezionale. La prima ora scorre con qualche difficoltà ma poi la storia decolla e ci trascina in spirali che solo il genio di Scorsese sa immaginare. Torniamo però ai temi: si parla di vecchiaia (sì, anche i gangster invecchiano), di sensi di colpa, di rimorsi, di mortalità, di tradimento, di religione e, soprattutto, di vita. Tantissime sfaccettature da cogliere in una storia che ha anche degli aspetti malinconici, in particolare nel finale quando Frank Sheeran (Robert De Niro) si trova a dover fare i conti con la propria esistenza e con tutti gli errori commessi. Un finale epico di un'epopea che ha fatto la storia del cinema.


LA TRAMA - Frank Sheeran è un sicario della mafia e veterano della seconda guerra mondiale che sviluppa le sue abilità da esecutore criminale durante il suo servizio in Italia. Diventato vecchio, Sheeran riflette sugli eventi che hanno definito la sua carriera di sicario, in particolare il ruolo che ha avuto nella scomparsa del leader sindacale Jimmy Hoffa (Al Pacino), suo amico di vecchia data, e del suo coinvolgimento con la famiglia criminale Bufalino e in particolare con il boss silenzioso Russ Bufalino (Joe Pesci).


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