The Book of Vision aprirà la settimana della critica a Venezia 

Il film diretto da Carlo S. Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick aprirà la 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica a Venezia
The Book of Vision aprirà la settimana della critica a Venezia 
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ROMA - Sarà The Book of Vision, visionaria opera diretta da Carlo S. Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick, ad aprire ufficialmente le danze della 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell'ambito della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Il film è una produzione Citrullo International dall’alto valore estetico, con un cast internazionale: Charles Dance, attore inglese star della serie TV Game of Thrones, Lotte Verbeek, molto nota al mondo delle serie TV (The Black List, Outlander, I Borgia), Sverrir Gudnason protagonista di Borg McEnroe, Isolda Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo Nigro.

Il film, co-prodotto con Entre Chien et Loup (Belgio) e Luminous Arts Productions (UK) con Rai Cinema e il sostegno della Direzione Generale Cinema e la Provincia di Trento, è un viaggio affascinante attraverso il passato e il presente, la vita e la morte, il dolore più profondo e l’amore incondizionato, così The Book of Vision si prepara a stupire il pubblico del Lido con immagini uniche realizzate da un cast tecnico di prim’ordine.

Direttore della fotografia è Joerg Widmer, tra i più celebrati direttori della fotografia europei. Nel tempo ha collaborato con registi iconici come Wim Wenders, Quentin Tarantino, Michael Haneke, Roman Polanski e Bela Tarr.

Scenografo David Crank, considerato uno dei più talentuosi scenografi americani. Abituale collaboratore di Paul Thomas Anderson (ha realizzato le scenografie de Il Petroliere, The Master, e Vizio di forma) ha collaborato anche con Steven Spielberg per Lincoln e con Terrence Malick in The New World, The Tree of Life e To the Wonder. Grande importanza è data ai costumi curati da Mariano Tufano che ha lavorato in un grande numero di film italiani e internazionali (Il Piccolo Mondo Antico, L’importanza di chiamarsi Ernesto, La passione di Cristo, Tristano e Isolda e Nuovomondo - Leone d’argento - Rivelazione alla Mostra del cinema di Venezia, 2006 - con il quale ha vinto il David di Donatello per i costumi nel 2007).

La possibilità di attraversare il tempo mi ha sempre affascinato. Forse il primo motivo per cui mi sono innamorato del cinema è la sua capacità di saltare in dimensioni temporali e spaziali diverse. The Book of Vision fa di questa possibilità un elemento di forza. La passione maturata verso i film fantasy degli anni ’80 e ’90 con i quali sono cresciuto, da I Goonies a Labyrinth, da La Storia infinita a Ritorno al futuro, ha un ruolo importante. Il meccanismo è lo stesso: aprire una porta verso una dimensione inaspettata, verso il fantastico. Dal punto di vista visivo sia la parte contemporanea che quella del passato tengono conto di questa porta: ogni luogo, ogni oggetto, ogni azione ha una valenza ambigua, in bilico tra due dimensioni.” Carlo S. Hintermann

SINOSSI - Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall’essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si esaurisce nel proprio tempo.


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