Un figlio di nome Erasmus, lunedì 12 ottobre la prima tv

Quattro amici quarantenni devono andare a Lisbona per il funerale di Amalia, la donna che tutti e quattro hanno amato ai tempi dell'Erasmus.  Amalia ha lasciato un’inaspettata eredità: un figlio concepito con uno di loro. Ma chi è il padre?
Un figlio di nome Erasmus, lunedì 12 ottobre la prima tv
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Diventare padre è un’esperienza che ti segna per sempre, ma scoprire di esserlo diventato a distanza di anni e soprattutto non esserne certo fino al test del DNA è decisamente diverso! In questo scenario si muovono i quattro protagonisti del film Un figlio di nome Erasmus, diretto da Alberto Ferrari e interpretato da Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Daniele Liotti, Ricky Memphis e con Carol Alt, che arriva in prima tv su Sky Cinema, lunedì 12 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

 Quattro amici quarantenni - Pietro, Enrico, Ascanio e Jacopo - vengono chiamati a Lisbona per il funerale di Amalia, la donna che tutti e quattro hanno amato da ragazzi quando facevano l'Erasmus in Portogallo. Tre sapevano di essere in condivisione, mentre uno, Jacopo, pensava di essere il fidanzato ufficiale. Ognuno di loro ha un proprio lavoro stabile, una posizione sociale definita, chi più chi meno. Addirittura, Jacopo nel suo cammino ha incontrato Dio ed è diventato un alto prelato del Vaticano.

Amalia ha lasciato un'inaspettata eredità: un figlio concepito con uno di loro. Ma chi è il padre? Aspettando i risultati del test del DNA, i quattro amici decidono di andare alla ricerca di questo misterioso figlio ventenne e intraprendono un rocambolesco ed emozionante viaggio attraverso il Portogallo insieme ad una ragazza che si offre di aiutarli.

 «Un figlio di nome Erasmus non è una commedia giovanilistica ma una commedia per tutte le età – spiega il regista Alberto Ferrari –. Un divertimento intelligente per chi l’Erasmus l’ha sentito nominare, per chi l’ha vissuto e per chi lo sta vivendo ora; una parola che ormai da parecchi anni in Europa evoca e rende familiare nel titolo del film anche il soggetto per tutti. Il viaggio che i quattro protagonisti fanno attraverso il Portogallo è metafora di un viaggio profondo dentro loro stessi. Dalla colorata, fantastica Lisbona a Figueira, da Foz a Cabo Espichel, passando per boschi, strade sull’oceano e paesi carichi di tradizione. Tutto questo per far sì che l’arco di trasformazione, che coinvolgerà i personaggi, possa completarsi in ognuno di loro, innescando un cambiamento destinato a rivoluzionare in positivo la propria vita».

 


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