Perché Dune merita di essere visto al cinema

Abbiamo visto l'attesissima pellicola di Denis Villeneuve e ci ha convinto in quasi tutti i suoi aspetti
Perché Dune merita di essere visto al cinema
Simone Zizzari
3 min

ROMA - La fantascienza proprio come dovrebbe essere vista al cinema. Basterebbe questa frase a racchiudere l'essenza di Dune di Denis Villeneuve (attualmente in sala), forse l'unico regista in grado (insieme a Christopher Nolan) di raccogliere una sfida al limite del possibile. Perché portare al cinema e rendere credibile (per la prima volta) una storia così complessa come quella raccontata dallo scrittore Frank Herbert è una missione che solo una ristrettissima elite può accettare. E Denis Villeneuve ne fa parte a pieno titolo. Lui di miracoli se ne intende, del resto. Dopo aver tentato l'impossibile (riportare sullo schermo il mito leggendario di Blade Runner), il regista canadese ci riprova con una sfida non meno impegnativa: arrivare lì dove ha fallito Lynch e dare credibilità ad una storia pazzesca come quella della famiglia Atreides. Diciamolo subito a scanso di equivoci: ci è riuscito. Dune è un film visivamente meraviglioso, ha una logica in tutte le sue sfumature, è un'opera seria, credibile, che riesce nell'impresa (e qui il merito va alla sceneggiatura di Eric Roth) di rendere chiaro tutto, senza eccessivi sforzi mentali. Questo permette di concentrarsi sullo spettacolo visivo che non ha ombre e forse eguali. C'è anche tanta, tantissima attualità in Dune. Si racconta una storia del futuro per rappresentare i problemi del presente. Il popolo nativo dei Fremen sono così clamorosamente simili agli afghani mentre il pianeta Arrakis desertificato fa riecheggaire i problemi ambientali che mettono in allarme la nostra generazione. 

Chalamet impressionante

Tutto gira bene, a cominciare dal protagonista Timothée Chalamet che interpreta il protagonista Paul Atreides in modo divino. E' incredibile il talento di questo ragazzo in grado di dare profondità al personaggio in ogni sguardo. Buona anche la presenza di Oscar Isaac (il duca Leto Atreides) e del resto di un cast perfettamente variegato ma forse (e qui evidenziamo un piccolo neo) poco sfruttato. Sì perché Zendaya si vede poco, Dave Bautista ancora meno, proprio come Josh Brolin. Sicuramente per molti di loro ci sarà spazio nella seconda parte. Ah, a proposito, questa cosa non l'avevamo specificata: ci sarà una seconda parte. Sempre che i risultati al botteghino siano soddisfacenti. Ed è questo l'altro (piccolo) difetto: si è voluto rincorrere la serialità televisiva e dividere la storia in due parti. Essendo una pellicola molto lunga (155 minuti) forse si poteva raccontare tutto in un unico film. Ma sono considerazioni che scompaiono subito di fronte all'impatto clamoroso che questa pellicola avrà su tutti voi. Andatela a vedere perché il lavoro mastodontico svolto da Villeneuve merita il massimo delle soddisfazioni.    

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