Revolution of Our Times, al cinema il coraggioso documentario

Il regista hongkonghese Kiwi Chow (Ten Years) ha filmato in prima linea, in mezzo agli scontri tra polizia e cittadini.
Revolution of Our Times, al cinema il coraggioso documentario
2 min

É disponibile in sala, dal 30 giugno, Revolution of Our Times, un documentario potente e coraggioso, che sceglie con tantissima forza e tantissima consapevolezza da che parte stare a Hong Kong. E se la scelta è quella di stare dalla parte della libertà e della giustizia, allora i rischi che si corrono sono evidenti e concreti. Gli stessi che ha corso, e corre, il regista hongkonghese Kiwi Chow (Ten Years) per aver filmato quest'opera girata in prima linea tra le gli scontri dei poliziotti e dei cittadini. 

Lui stesso dichiara: “Sono molto felice che il film esca in Italia e che sia nei cinema italiani in occasione di una data importante come il 1° luglio. Noi abbiamo perso le nostre libertà in questi ultimi anni ma è importante poter vedere che abbiamo ancora un canale per esprimerci grazie alle reti estere, come l’Italia. Revolution of Our Times è per tutte quelle persone che vogliono la libertà e la giustizia. Grazie per sostenerci.” 

La trama di  Revolution of Our Times

15 marzo 2019: inizia la battaglia che oppone Hong Kong e la Cina continentale. È passato meno di un mese dalla proposta di legge governativa sull’estradizione, una legge che di fatto spezzerebbe la linea di autonomia tra i due sistemi giuridici, e il cuore della città prende fuoco… Revolution of Our Times è, appunto, il racconto di quel fuoco. Di quella gigantesca rivolta popolare che culminerà il 1° luglio nel lungo assedio al Politecnico e finirà per coinvolgere due milioni di persone. Soprattutto giovani e giovanissimi. 

Un documentario tanto asciutto quanto doloroso, costruito dal regista Kiwi Chow alternando le testimonianze dirette dei protagonisti e le incredibili immagini riprese durante i cortei e le manifestazioni. Passato a Cannes quasi clandestinamente, Revolution of Our Times ci racconta – e ci mostra – i fatti dall’interno. Dalla crudezza della prima linea. Ci fa sentire – e capire – quanto sia forte il senso di appartenenza degli hongkonghesi per Hong Kong, ancora lontana dal proprio sogno di libertà 25 anni dopo l’handover che l’ha restituita alla Cina.


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