Fondata nel 2016 come organizzazione no-profit con l'obiettivo di diffondere e stimolare la crescita della cultura degli esport nel Regno Unito, la British Esports Association ha recentemente annunciato di aver finalizzato i dettagli della sua più recente collaborazione con FACEIT, una delle piattaforme di organizzazione e gestione di tornei più apprezzata ed usata al mondo.
Stavolta al centro del mirino (virtuale ma non troppo) c'è il tema dell'inclusività e dell'apertura del mondo degli esport verso tutte quelle videogiocatrici che spesso si vedono tagliate fuori da un universo da sempre considerato prettamente maschile: Women In Esports punta proprio a costruire una community positiva e collaborativa per tutte le donne, i transgender, o i non-binary che vorranno prendervi parte, al fine di promuovere il loro talento ed incoraggiare chiunque si senta in grado a diventare parte attiva del settore.
“Con Women in Esports puntiamo a costruire una community che incoraggi sempre più donne a sentirsi partecipi del settore esports e a farsi coinvolgere attivamente" ha dichiarato Alice Leaman della British Esports Association, "Grazie alla collaborazione con FACEIT inizieremo a portare sempre più tornei e opportunità per ogni livello di abilità".
Il progetto, che ha una propria pagina ufficiale su FACEIT per organizzare e gestire tornei, ha già lanciato la sua prima iniziativa: si tratta della Lioness League, competizione di Counter Strike Global Offensive che ha aperto le iscrizioni lo scorso 27 novembre e che prenderà ufficialmente il via il 12 dicembre, quando 32 team si daranno battaglia in un tabellone a doppia eliminazione.
A commentare la collaborazione, con tono entusiasta e coinvolto, è intervenuta anche Sue Lavasani, Account Manager di FACEIT: “È una squadra che condivide con noi le stesse passioni e valori. Vogliamo che chiunque si senta a suo agio sulla nostra piattaforma, in particolare per tutti e tutte coloro che muovono i primi passi nell’esports. Crediamo fortemente che questa sarsà l’occasione per offrire uno spazio sicuro per le donne che permetta loro di competere serenamente.”