Cosa è stato e cosa è CS:GO in Italia?

Negli anni 2000 i Lan party italiani erano pieni di giocatori di CS, perché oggi CSGO non funziona più?
Cosa è stato e cosa è CS:GO in Italia?
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Continuiamo il discorso iniziato la scorsa settimana sulla fortuna di Counter-Stike e per farlo torniamo indietro di 20 anni. Già, il gaming competitivo non nasce nel 2012 con League of Legends, come molti credono, compresi alcuni addetti ai lavori. I tornei di videogiochi online, prima chiamati “netgaming” ed oggi semplicemente esport, nascono nel 1997 e in Italia si diffondono sin da subito. Un’altra credenza che bisogna sfatare, infatti, è che nel nostro Paese questa pratica non sia stata popolare in passato.

Il primo LAN Party

Nel 2000 in Italia si teneva il primo Italian Lan Party, al Palatenda di Firenze: erano presenti circa 1000 giocatori
provenienti da tutto lo Stivale. Lo stesso anno in Svezia si teneva la quinta edizione del Dreamhack che di giocatori ne aveva “solo” il doppio. Oggi però i Lan party in Italia non esistono più mentre il Dreamhack è diventato un brand internazionale di esport. Come si spiega questa tendenza? Una parte della motivazione dietro a questi numeri è legata a doppio filo alla popolarità di Counter-Strike nei rispettivi paesi. Tornando ai primi Lan Party a Firenze o Milano, infatti, la maggior parte dei giocatori era appassionata a questo titolo. Lo sparatutto Valve ha accompagnato la community italiana per molto tempo, fino all’essere quasi dimenticato oggi.

Più semplice con Valve

Organizzare tornei su Counter-Strike è molto più semplice, per un tournament organizer, rispetto a qualunque altro titolo. Valve infatti ha una politica unica: non bisogna nemmeno chiedere il permesso per sfruttare il gioco, anche a fini di lucro, nei propri circuiti. Basta rispettare alcune guidelines e chiunque può mettere in piedi un evento in un palazzetto, senza doversi preoccupare di pagarne i diritti al publisher.

E  in Italia?

In Italia però organizzare tornei con premi in denaro è molto complicato, legalmente parlando. Negli altri stati europei i
governi hanno addirittura aiutato questo processo, ove possibile. In Francia, ad esempio, nel 2016 il mercato esport è stato normato e liberalizzato con una successiva esplosione nell’organizzazione degli eventi. Questo è un punto cruciale per giustificare l’assenza di grandi tornei sul nostro territorio.

CSGO su Twitch

E con pochi momenti di scontro e confronto, Counter-Strike, praticamente non esiste. Il titolo è infatti in completa contro tendenza su Twitch ed ha pochissimi content-creator, anche a livello internazionale, slegati dalle competizioni. CsGo viene discusso, amato e odiato dalla community attraverso le gesta dei giocatori nei vari Esl One, Pro League, Major ecc mentre League of Legends o Fortnite hanno una folta schiera di intrattenitori, alcuni dei quali non hanno mai partecipato ad un torneo.

Quali soluzioni?

Se l’Italia vuole invertire questa tendenza ed entrare tra i grandi paesi europei del mercato esport deve assolutamente cambiare le fondamenta giuridiche legate all’erogazione di premi in denaro. Successivamente, dato l’importante segnale europeo legato a CsGo in continua crescita rispetto a tutti gli indicatori, i tornei del titolo volti ad aumentarne la popolarità saranno naturali così come, speriamo, la nascita di qualche campione che ci rappresenti anche a livello internazionale.


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