“Un progetto iniziato con molta professionalità, sapendo le potenzialità di quello che andavo a fare.” Parla così del suo canale, Alessandro "Kendal" (il suo cognome proprio non vuole dirlo), il noto youtuber di origini siciliane, ma trapiantato a Bologna, il cui nome è legato a un omonimo canale Youtube dove presenta quotidianamente avventure nel mondo di Minecraft, facendo divertire tantissimi bambini.
Già, il suo è un canale principalmente per bambini, e i follower sono, appunto, tantissimi, quasi 1,9 milioni.
Che effetto fa sapere che sono così tanti a seguirti?
“Ormai non li conto più. A un certo punto si arriva a non guardarli più così spesso”, dice sorridendo, ma non si fatica a osservare la soddisfazione anche per il successo dell’iniziativa organizzata a Milano, all’interno del ristorante Old Wild West di corso Sempione, dove Kendal ha presentato una collaborazione unica che porterà all’apertura del primo ristorante della catena di burger e steakhouse nel pixelato mondo di Minecraft. I bambini in coda per una foto e un autografo, nell'occasione, sono stati almeno 3.000.
Il tuo è un canale per bambini, con un linguaggio curato, è una scelta tua quella di realizzare questo tipo di intrattenimento?
“Ho sempre pensato che voglio portare un contenuto che sia fruibile per tutti, proprio come avrei voluto che ci fosse quando ero piccolo io. Mi metto quindi nell’ottica dei bambini chiedendomi cosa sarebbe piaciuto vedere a me a 10-12 anni, ma anche cosa piacerebbe vedere ai genitori, e mi immagino sia una persona pulita, che non usa linguaggi scurrili, che intrattiene i bambini e magari passa anche dei bei messaggi. A mio parere è molto più semplice di quel che si crede. Penso che alcuni non lo facciano semplicemente perché hanno paura di critiche della serie ‘ti stai vendendo’, oppure ‘fai cose solo per i bambini’, ma secondo me ci deve essere anche l’intrattenimento per bambini, come c’era in televisione ai miei tempi.”
Ecco, ma partiamo dall’inizio, quando hai capito che questo avrebbe potuto diventare il tuo lavoro?
“Diciamo che già da quando avevo 12 anni guardavo moltissimo Youtube e seguivo la community estera americana. Quando sono partito sapevo già cosa potevo ottenere. Ma è diventato un vero lavoro solo dopo almeno tre anni di una sorta di tirocinio. Per tre anni ho fatto video tutti i giorni che tuttavia non mi portavano nulla a livello di monetizzazione, e solo dopo sono riuscito a ingranare la marcia.”
Il segreto qual è stato?
“C’era e c’è tanta passione, ma più che altro devo dire che io ero partito con un’idea precisa: mi ero detto ‘a me piace fare questa cosa e questo deve diventare il mio lavoro’, e finora ci sono riuscito.”
Qual è la tua giornata tipo? Quante sono le ora che dedichi quotidianamente a questa attività?
“Ci sono delle giornate molto semplici, dove mi rilasso un po’ e bastano 4 o 5 ore di lavoro, e altre giornate in cui devo tirare le due di notte perché ci sono scadenze e devo assolutamente avere il video pronto entro sera. Per i miei ritmi, ossia per fare un video al giorno, sempre diverso, si parla di un lavoro che va dunque dalle 4 alle 10 ore di lavoro quotidiano.”
Immagino che sia difficile far tutto da solo, quante persone lavorano al tuo canale?
“Ci sono tre programmatori che fanno le mappe e le mod e un editor, che mi aiutano in smart working, poi tutto il resto lo faccio io: idee, registrazioni, miniature, gestire la community stando dietro ai commenti…”
Parlando dei contenuti, come nascono i tuoi video?
“Le trame dei video quando entri nel ritmo poi le trovi, vengono da sé. O riprendendo e modificando qualcosa di qualche anno fa, che era piaciuta, riproponendola in forma adeguata al nuovo pubblico, o leggendo i commenti dei follower, valutandoli e, se ritenuti una buona idea, trasformandoli in una nuova avventura.”
Per quanto riguarda i libri, invece, come nascono?
“Rispetto ai video i libri invece sono proprio un altro canale, che richiede, per la realizzazione, molto più impegno. Per ora sono tre. Dietro ai libri c’è un team molto più grande che li produce, io mi occupo solo di pensare a tutta la storia, che sia ben scritta e ben ideata.”
Ma tu hai anche un passato nel competitivo, quali sono i tuoi altri giochi?
“Tra i titoli in generale direi soprattutto titoli Mmo, dei quali sono veramente un grande appassionato. Ho giocato per tanto tempo a World of warcraft, ma appunto mi piace tantissimo anche il competitivo. Ho alle spalle 3mila ore su Counter strike global offensive, Overwatch, e qualsiasi gioco multiplayer che mi permette di sfoggiare le mie abilità da gamer. A dire il vero anche per Minecraft io ho iniziato proprio con i combattimenti Pvp (player versus player), puntando al competitivo, e la gente mi ha iniziato a conoscere perché ero uno dei più forti in Italia. Poi, pian piano la mia attività si è trasformata in intrattenimento e basta.”
Quindi hai una buona opinione degli esports?
“Per me sono una figata, e spero si arrivi presto a una scena competitiva anche su Minecraft, a pieno, come negli altri giochi. Con gli esports si crea un bell’ambiente, che dà tante opportunità anche a dai ragazzi talentuosi, che magari non hanno modo di emergere in determinate realtà. Speriamo quindi che il settore continui a crescere, perché gli esports sono un bel posto dove stare.”