Fortnite a ESL Katowice Royale 2019: cosa è andato storto?

La Battle Royale più famosa del mondo ha debuttato come eSport al noto evento polacco, ma con non poche difficoltà.
Fortnite a ESL Katowice Royale 2019: cosa è andato storto?
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Sono ormai passati alcuni giorni dalla conclusione di uno degli eventi legati agli eSports più importanti d’Europa: IEM Katowice 2019. Quest’anno, a fianco degli storici titoli protagonisti (CS:GO e StarCraft II) si è aggiunto anche Fortnite Battle Royale. Al di là delle critiche aspre che sono state mosse a questa specifica scelta, che ha elevato Fortnite al pari di eSports di storica tradizione, si è trattato di un evento assai rilevante per il panorama dei videogiochi competitivi. Fortnite infatti, oltre a essere un videogioco di fama mondiale, è col tempo diventato un fenomeno di costume; molti si aspettavano che la sua presenza si facesse sentire anche nell’ambito del professionismo, e ciò è avvenuto grazie alla partnership con ESL.

Tuttavia, arrivato alle luci della ribalta e sotto lo sguardo di un pubblico specializzato, ecco che sono emerse le magagne. Il Katowice Royale 2019 è stato infatti segnato da una molteplicità di inconvenienti e incertezze, alcune delle quali si sarebbero benissimo potute evitare. Prima di parlare delle principali, vogliamo descrivere la struttura del torneo, che si è svolto in due parti: durante una prima giornata, hanno partecipato cento giocatori provenienti solamente dalla Polonia; la seconda giornata ha invece visto protagonisti lo stesso numero di giocatori, ma provenienti da tutto il mondo. Tra i partecipanti spiccavano nomi altisonanti nell’ambito degli sparatutto competitivi; per l’Italia, ha presenziato Giorgio “Pow3er” Calandrelli, che ha raggiunto il novantanovesimo posto nel match in solo e un più apprezzabile ventinovesimo posto nella modalità a coppie.

Iniziamo dunque dalla peggiore delle problematiche, che risulta ironicamente anche la più evitabile. Assai discutibilmente, Epic Games ha infatti deciso che i match si sarebbero svolti sulla mappa della nuova Stagione di Fortnite Battle Royale (l’ottava), ma non solo: ci sarebbero stati tutti i contenuti e le modifiche intervenuti con l’ultimo aggiornamento, disponibile da pochissimo tempo. Epic non è peraltro nuova a questi exploit: lo stesso è stato fatto anche in occasione dell’evento Winter Royale. Ebbene, cosa non va in questa scelta (perché di deliberata scelta si tratta) dello sviluppatore? Con ogni nuova Season la mappa di Fortnite subisce delle modifiche sostanziali, come nuove aree o addirittura nuove meccaniche (in questo caso ad esempio i geyser di acqua calda).

Il problema sussiste nel momento in cui i partecipanti al torneo, in vista del suo svolgimento, si sono allenati su una determinata mappa e secondo determinate meccaniche, adattando il proprio stile e creando tattiche e strategie efficaci in funzione di esse. Stravolgere le regole pochi giorni prima è fortemente deleterio; vengono letteralmente gettate all’aria ore di allenamenti. Sarebbe stato molto semplice per Epic Games decidere di far svolgere le partite sulla vecchia mappa, e senza le novità dell’ottava Season. Vogliamo escludere la possibilità che Epic volesse fare in questo modo pubblicità alla Stagione 8, perché se così fosse la componente sportiva ne risulterebbe incresciosamente pregiudicata. Preferiamo perciò credere che sia stato per alzare il livello di sfida della competizione; ma anche così risulta essere una scelta inaccettabile. Blizzard non si sognerebbe mai di cambiare la posizione dei minerali nelle mappe competitive di StarCraft II da un giorno all’altro: le strategie sviluppate dai “pro” nelle lunghe sessioni di allenamento ne rimarrebbero annichilite. E così dovrebbe valere per qualsiasi eSport – nonché sport tradizionale - anche se “neonato”.

Ovviamente, non è tutto qui. Un nuovo aggiornamento, per praticamente qualsiasi videogioco multiplayer e non, significa nuovi bug e glitch. Così, era prevedibile che se ne verificassero, essendo la nuova Season iniziata da così poco tempo. Problemi tecnici in una competizione ufficiale significano però una cosa sola: discutibilità del risultato. Per citare qualche episodio, Nick "NickMercs" Kolcheff ha lamentato di non aver avuto audio (importantissimo ad esempio per sentire colpi esplosi in lontananza) nel primo match. Un altro giocatore ha pensato di sfruttare una delle novità della Season 8, il Cannone Pirata, per spararsi lontano e guadagnare una posizione di vantaggio: pessima scelta, visto che il risultato è stato quello di incastrarsi in un oggetto dello scenario per effetto di un glitch. Un altro giocatore ancora, Marki, non ha potuto morire nonostante la sua barra della vita fosse giunta allo zero. Infine, Nate Hill del Clan FaZe racconta di non aver potuto affrontare lealmente gli avversari incontrati in duo, Vinny1x e ZexRow (che poi hanno vinto il match), in quanto, a causa di un bug, lui e il suo compagno si sono ritrovati bloccati senza poter fare nulla, perendo sotto colpi di fucile a pompa.

Con tutto questo non stiamo dicendo che chi ha vinto la competizione non se lo meritasse, anzi. Ciò che intendiamo è che ad un evento così importante non dovrebbero avvenire episodi del genere, che senza dubbio frustrano e falsano le performance dei giocatori. Si potrebbe paragonare ad un arbitraggio definibile come scandaloso in una partita di Serie A. Se parliamo di eSport, sono necessarie regole ben chiare e fisse, che non possano cambiare nottetempo solo perché lo sviluppatore così ha deciso. I videogiochi possono certamente mutare, specialmente se seguono il paradigma del “Game as a Service” (come fa in una certa misura Fortnite). Ma il mutamento deve essere prevedibile, regolato, standardizzato. In caso contrario, non c’è da sorprendersi se si ricevono forti critiche da un pubblico ormai ferrato sull’argomento. Fortnite Battle Royale ha dimostrato di avere le potenzialità per diventare un eSport riconosciuto come tale (anche se forse non al livello tecnico e sportivo di altri suoi colleghi); ma perché ciò possa avvenire, Epic Games deve decisamente rivedere le sue priorità.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi


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