La ricetta di Pokemon per l'esports

Non solo competizioni: uno store che fattura milioni, eventi per conoscere il mondo mobile e tantissimi peluche.
La ricetta di Pokemon per l'esports
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I campionati mondiali dei titoli Pokémon si sono appena conclusi e possono insegnare al mondo esport una lezione fondamentale sulla sostenibilità economica. Pokémon è un ecosistema chiuso: le sue discipline esportive vanno dal picchiaduro al MOBA passando per cardgame, mobile e lotte a turni, eppure The Pokémon Company non ha creato circuiti separati e non vuole entrare in competizioni esistenti. Sia i suoi eventi internazionali sia i mondiali sono eventi cross-genere, cross-community e cross-piattaforma.

I mondiali 2022

Ai Worlds di quest'anno, che hanno riempito l'intera area fieristica dell'Excel di Londra, sono stati eletti i campioni del mondo di Pokkén Tournament (il picchiaduro firmato Bandai), di Pokémon Go (il fenomeno per smartphone che fattura un miliardo all'anno), di Pokémon Unite (il Moba in stile League of Legends che ha avvicinato tanti giovanissimi al genere), del gioco di carte collezionabili e dei videogiochi Pokémon Spada e Scudo. A livello competitivo queste discipline non hanno nulla in comune ma condividono tutte uno dei brand più forti e riconoscibili al mondo: i Pokémon.

Una festa competitiva

L'idea geniale degli organizzatori è stata trattare l'evento non come una competizione sportiva ma come una festa, un momento per celebrare tutti insieme l'amore per i mostri portatili che hanno da poco compiuto 25 anni. Nessun raduno è completo senza un souvenir, ed è qui che dobbiamo parlare della chiave di volta dell'intero evento: il Pokémon Center. Non costerebbe nulla a The Pokémon Company aprire un negozio permanente in Oxford Street, come fa la Lego, ma la compagnia giapponese ha scelto un approccio diverso, quello del pop up store. Articoli in edizione limitata disponibili per un tempo limitato e solo in una location fisica nello stesso edificio dove si svolgevano le gare: vedere in prima persona migliaia di persone accalcarsi e fare ore di coda per portarsi a casa un peluche di Pikachu rimette in prospettiva quello che si crede di sapere sulla forza di un brand.

Numeri da record

Con una spesa media (calcolata al ribasso) di quasi 200 euro a persona, si stima che lo shop dei mondiali Pokémon abbia fatturato più di 4 milioni di sterline in 4 giorni. Le code si estendevano a perdita d'occhio e i tempi d'attesa superavano le 3 ore nei giorni più affollati, il tutto per entrare in un negozio ad acquistare dei peluche. I mondiali di Pokémon hanno da insegnare un'importante lezione sulla sostenibilità economica a tutti coloro che volessero espandere il loro business esportivo: gli eventi dal vivo non possono essere solo competizioni, devono essere delle vere e proprie feste che celebrano il brand in tutte le sue sfaccettature. Parlando di risultati, poi, l'Europa ha fatto molto bene quest'anno portandosi a casa il titolo di campioni del mondo di Pokémon GO (DancingRob dalla Germania), campioni del mondo del gioco di Carte (Ond?ej Škubal dalla Repubblica Ceca) e campioni del mondo di Spada e Scudo (Eduardo Cunha dal Portogallo). Agli USA è andato il titolo di Pokkén (Shadowcat) e di Pokémon Unite (Blvkhvnd).


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