Rainbow Six Extraction: amico o nemico di Siege?

Il nuovo sparatutto tattico PvE di Ubisoft stupisce per innovazione e varietà, ma piacerà ai fan del caro vecchio Siege?
Rainbow Six Extraction: amico o nemico di Siege?
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Rainbow Six Extraction è un videogioco con 2 anime, non in conflitto o opposte ma intrecciate, l'una in attesa di farti scoprire l'altra. Già dal titolo Ubisoft vuole ricordare a noi giocatori che il suo nuovo sparatutto tattico PvE è nella stessa famiglia di Siege, ma è più un cugino che un fratello. Personaggi, armamenti e alcune meccaniche di gioco sono condivise, il resto è tutto nuovo. Le due anime di Extraction sono proprio queste: un'esperienza pve per gli appassionati di Siege e uno sparatutto tattico contro l'IA a metà tra lo stealth e l'orda.

Rainbow Six Extraction: le basi

La mia prima impressione di Rainbow Six Extraction è stata molto positiva. Mi aspettavo uno sparatutto in modalità orda e invece mi sono ritrovato in un gioco di strategia vario, ben articolato ed emozionante. La premessa è semplice: un parassita di origini sconosciute ha attaccato l'America e "conquistato" alcuni luoghi da cui l'umanità è dovuta fuggire. Noi vestiremo i panni di un operatore (dal roster di R6 Siege) della REACT, l'agenzia incaricata di comprendere e sradicare questo parassita. Comprendere prima di tutto perché il nostro compito di operatori non sarà quello di sconfiggere boss o bruciare nidi a suon di lanciafiamme ma di raccogliere dati: biopsie dei mutanti, dati sismografici, analisi spettrometriche e tanto altro. Ciascuno di questi incarichi (insieme ai classici salva l'ostaggio o uccidi un combattente élite) sarà uno di 3 obiettivi che ogni missione ci chiederà di completare.

Un'esperienza che non c'era

Il gunplay è affilato, i gadget hanno ognuno la sua utilità e le mappe sono ben sviluppate; ho provato solo le tre di New York e San Francisco per questa prova visto che le location si sbloccano con la progressione dell'esperienza e aumentano progressivamente di difficoltà. Ci sono 30 livelli generali ognuno dei quali sblocca o nuovi gadget, o nuovi operatori o nuove mappe o, più avanti nel gioco, dei non meglio specificati contenuti classificati. L'approccio stealth è una scelta quasi obbligata perché, come dice lo slogan del gioco, più aumenti il rischio, più aumentano le ricompense. Ogni missione, infatti, è divisa in 3 sub-zone, ciascuna delle quali con un obiettivo e un possibile punto di estrazione. Se il vostro operatore ha perso troppa vita e non volete rischiare di farlo morire sarà meglio concludere la missione e incassare tutta l'esperienza accumulata.

Va bene per gli amanti di R6 Siege?

La mission degli sviluppatori non si discosta per niente dal capitolo precedente. Siege ed Extraction sono legati da un doppio filo invisibile. Un fattore che, per i fanatici della serie, potrebbe essere utile a velocizzare il processo di apprendimento di questo nuovo videogioco. Passando al gameplay nudo e crudo, Extraction sembra essere molto divertente. La componente stealth è ben fatta e la scelta casuale dei tre obiettivi serve a dare quell’imprevedibilità che appare vitale per non farlo diventare noioso. Un fattore, comunque, da tenere in considerazione. Per quanto Rainbow Six Siege e Rainbow Six Extraction siano simili, i giocatori che cercano l’azione del primo potrebbero rimanere delusi. Dimenticatevi “rush” nel site e “push” aggressivi, per usare due termini tanto cari ai giocatori di Siege: si rischia di compromettere l’esito della missione. Extraction è la sua variante silenziosa.


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