Montpellier: il racconto delle LEC Finals

Le finali del campionato Emea 2023 di League of Legends sono state un successo per tutti ma soprattutto per la community
Montpellier: il racconto delle LEC Finals
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Nell'emozionante conclusione del campionato EMEA di League of Legends 2023 i G2 Esports hanno fatto la storia vincendo il loro dodicesimo trofeo del campionato LEC. La finale ha visto i G2 affrontare i loro storici rivali, i Fnatic, in una serie intensa e spettacolare che ha catturato l'attenzione dei fan di League of Legends di tutto il mondo. Alla Sud de France Arena di Montpellier, situata in Occitania, l'atmosfera elettrizzante ha preso vita grazie a un pubblico di oltre 14.000 spettatori presenti in loco, ai quali si sono aggiunti oltre 600.000 spettatori da casa, testimoniando l'enorme popolarità del gioco competitivo.

L’amore degli esport per la Francia

La scelta di Montpellier come sede delle LEC Season Finals 2023 è stata il risultato di una stretta collaborazione tra il governo locale e Riot Games, con l'obiettivo di creare un evento straordinario che coinvolgesse i fan provenienti da tutte le parti della regione EMEA. Il governo locale ha fortemente sostenuto l'idea di ospitare queste finali nella regione dell’Occitania, riconoscendo il potenziale di questo evento nell'incrementare l'influenza dell'ecosistema videoludico nella città.

Le istituzioni politiche sostengono l’esports

In una dichiarazione congiunta all'inizio dell'anno, Carole Delega, Presidente della Regione Occitania, e Michael Delafosse, Sindaco di Montpellier, hanno espresso il loro orgoglio nell'accogliere le finali, sottolineando l'importanza della presenza di eventi esport per la regione. In passato questi eventi hanno portato una significativa crescita economica alla città ospitante, con milioni di euro in entrata generati grazie all'aumento del turismo, in particolare tra i giovani sotto i 35 anni di età.

Le tre chiavi del successo

Per farci raccontare meglio come si costruisce un successo di questo tipo, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con Sarah Joynt Borger, Head of Media per Riot Games. Partendo da production, broadcast e content: “È necessario guardare a loro come fossero tre gambe, tre supporti di un tavolo, in questo caso l’evento. Ognuno di essi porta il proprio contributo e non può esserci uno senza l’altro. Le foto durante i game, i video girati prima dell’evento per creare hype negli spettatori, le interviste: sono tutti elementi che concorrono insieme per gettare le basi del successo di un evento".

Un anno di preparazione

"Il nostro production team, ad esempio," - ha proseguito la Borger - "ha lavorato un intero anno per avere pronta la venue di Montpellier, per far sì che ogni cosa fosse al posto giusto, nel momento giusto”. Ma ci sono differenze rispetto a uno sport tradizionale? “Sinceramente vedo più similitudini che differenze perché l’obiettivo è lo stesso: creare e presentare delle storie che catturino il pubblico. Certo, noi siamo fortemente dipendenti dalla tecnologia, non può funzionare come nel calcio in cui, teoricamente, può bastare anche un campo di erba per avere del contenuto. Noi abbiamo bisogno di computer, di server, di internet”.


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