Valorant: Intervista a Redgar, giocatore dei Gambit

Dall'1 al 12 dicembre si giocano i mondiali di Valorant: i Gambit sono pronti a bissare il successo ottenuto ai Masters.
Valorant: Intervista a Redgar, giocatore dei Gambit
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Il mondiale di Valorant è alle porte: dall'1 al 12 dicembre le migliori 16 squadre al mondo si sfidano nella prima edizione dei Champions. Tra i favoriti per la vittoria anche il team russo dei Gambit Esports, già vincitori del Masters 3, sempre a Berlino. Abbiamo avuto l'occasione di scambiare due parole con uno dei giocatori più iconici della squadra, Igor "Redgar" Vlasov, la cui intervista completa potete trovarla su Esportsmag.it. Qui ve ne proponiamo un estratto.

I Gambit sono il primo team in EMEA che è una regione competitiva molto grande: include Europa, Russia, Turchia, Africa e Medio Oriente. Voi siete russi ma in realtà tantissimi europei tifano e hanno tifato per voi: pensi che sia perché grazie a voi i Fnatic, una delle org più amate, hanno così ottenuto lo slot ai Champions o perché avete realmente una fanbase europea?

Spero, ma in realtà ne sono abbastanza convinto, che abbiamo tanti tifosi in Europa e non solo ma in tutto il mondo. A essere onesti, però, confido che in futuro avremo una community che non tifa esclusivamente per la sua squadra preferita o la regione ma anche e soprattutto per i team migliori in generale, anche quando battono i tuoi favoriti, semplicemente perché giocano bene e portano spettacolo e qualità. Insomma, una community sportiva.

Qualche settimana di pausa per riposarsi e allenarsi e adesso siete di nuovo a Berlino per i Champions. Chi temete di più? Chi può davvero lottare con voi per il titolo?

Non vedo l’ora di giocare, altro che pausa (ride). A parte gli scherzi, penso che non dobbiamo avere paura di nessun avversario. In particolare però vorrei giocare contro due squadre: una erano gli 100 Thieves ma non si sono qualificati; l’altra sono i Fnatic. Siamo in due gironi diversi ma vorrei davvero sfidarli ai playoff, magari in finale, per mostrare loro che siamo migliorati enormemente dall’ultima volta che ci hanno battuto.


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