Su League of Legends domina ancora la Cina

La rappresentante di Pechino ha conquistato il secondo titolo internazionale consecutivo, il terzo in assoluto.
Su League of Legends domina ancora la Cina
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Senza dubbio il campionato coreano di League of Legends, l’LCK, non solo è la competizione con il livello medio più alto e la più ambita al mondo dove giocare ma è anche una vera e propria fucina di talenti. Essere un giocatore coreano è una sorta di marchio di qualità che consente a molti di loro di trovare spazio anche fuori dai propri confini nazionali: chi approda in Europa, come recentemente ha fatto Kim "Malrang" Geun-seong con i Rogue, chi in Cina, come Park "Viper" Do-hyeon negli EDG, o come i tanti che sono sbarcati in Nord America. Eppure sei degli ultimi otto eventi internazionali del titolo competitivo di Riot Games sono stati vinti da una rappresentante cinese, sempre capace di “nascondersi” agli occhi di tutti durante i vari split nazionali per poi conquistare quasi in sordina uno dei due eventi internazionali di League of Legends.

L’era della Cina

Che fosse il Mid-Season Invitational, l’evento di metà stagione, o i Worlds, il mondiale che chiude l’annata competitiva, fino al 2018 la Cina aveva vinto un solo evento internazionale, il primo MSI disputato nel 2015 con la vittoria degli Edward Gaming in finale contro i T1, all’epoca SK Telecom T1. Quattro anni fa, al termine di un dominio incontrastato delle squadre coreane, e in particolare proprio dei T1, con due titoli MSI consecutivi e cinque mondiali di fila tra T1 e Samsung Galaxy, iniziava invece l’era della Cina, sporadicamente interrotta due volte dai G2 Esports europei nel 2019 e dai coreani Damwon Kia nel 2020: per il resto tre mondiali, 2018, 2019 e 2021, tutti con tre squadre diverse, e tre titoli MSI, per un totale di sei titoli internazionali.

Lo stile cinese

La principale differenza con la Corea, almeno ai Worlds, è che la Cina riesce sempre a mandare e a far imporre squadre differenti agli eventi globali, indice di quanto la scena di Pechino sia altamente competitiva, pur con uno stile diverso. Se i loro vicini coreani puntano infatti su una lettura della mappa e del gioco più metodica e incentrata sul prendere vantaggio tramite strutture e obiettivi, di norma le squadre cinesi puntano sul mettere pressione sulle corsie fin dall’inizio alla ricerca di eliminazioni sugli avversari che possano dare loro un vantaggio di presenza sulla mappa sempre più asfissiante, capitalizzando il tutto nei successivi teamfight.

RNG nella storia

È così che gli RNG si sono imposti per 3-2 nella finale dell’MSI 2022 disputata a Busan, in Corea, trasmessa in Italia da PG Esports e seguita da una media di oltre 8.000 spettatori e un picco di più di 13.000 persone in contemporanea, a cui però la rappresentante cinese ha dovuto partecipare da remoto a causa di problematiche relative al Covid. Con questa vittoria gli RNG entrano di diritto nella storia, diventando la prima squadra a vincere per tre volte la competizione internazionale, con il midlaner Li "Xiaohu" Yuan-Hao e il support Shi "Ming" Sen-Ming sempre presenti e protagonisti, superando proprio i T1, ancora una volta sconfitti davanti al proprio pubblico. Una sorta di maledizione, considerato che i T1 hanno vinto nella storia tre mondiali e due MSI, tutti sempre lontani dalla Corea.


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