Dalla Premier League agli Esport: Virgil van Dijk firma con Tundra Esports - L'intervista

Il player del Liverpool era alla ricerca di un’organizzazione che gli permettesse di investire nei videogiochi competitivi e di coltivare la sua passione per il gaming.
Dalla Premier League agli Esport: Virgil van Dijk firma con Tundra Esports - L'intervista
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Tundra Esports, un’organizzazione di eSport con sede a Londra con uno tra i migliori roster al mondo di Dota 2, ha appena annunciato che il calciatore della Premier League Virgil van Dijk è il suo nuovo ambasciatore e azionista. Per scoprire come è nata questa partnership, cosa ha in programma di fare van Dijk e quale futuro immaginano per la loro organizzazione eSportiva, abbiamo intervistato Evgeniy Roshchupkin (Ceo) e Maxim Demin, co founder di Tundra Esports.

Come è nata la partnership con una stella del calcio come Virgil van Dijk?

La performance negli eSport è il nostro focus principale ma stiamo parallelamente creando la Tundra Tribe, 20 content creator e player dedicati al rapporto con i fan che ci hanno fatto raddoppiare i follower, arrivando a 3 milioni, con un miliardo di impression. Siamo pronti a fare il prossimo passo nella nostra crescita e dove trovare un partner migliore se non nel calcio? Virgil è un alleato perfetto perché oltre a essere una star della Premier League con tante vittorie, è un gamer molto appassionato e lui stesso era alla ricerca di opportunità per entrare nel mondo del gaming.

Cosa avete trovato in Virgil e cosa ha trovato lui in voi?

Abbiamo parlato con tanti dei migliori atleti della premier League perché è la più seguita al mondo e i giocatori sono delle vere e proprie star. Le conversazioni erano molto incentrate sul business e la maggior parte di loro voleva essere un semplice ambassador, con Virgil è stato molto diverso e il motivo è che lui è un videogiocatore accanito. Lui ha visto il potenziale di andare oltre l’ambassadorship e diventare un investitore. Lui ha visto per sé una crescita imponente e noi abbiamo trovato una persona tanto entusiasta del gaming quanto noi.

Come mai avete scelto di concentrarvi su Fifa e DOTA?

Grande pubblico e grande emozione. Per noi i fan di quei titoli sono la demografica giusta e il nostro obiettivo è prima di tutto la performance, vogliamo buoni risultati per team e brand ma anche per atleti e membri dello staff. In DOTA abbiamo raggiunto delle vette piuttosto alte e in poco tempo (abbiamo vinto l’ESL 1 e ora il DOTA pro-circuite in Europa) siamo n5 nel mondo e il nostro player di Fortnite ha vinto l’FNCS di primavera.

Come mail il mondo del calcio si è così appassionato agli eSport ultimamente?

Gli eSport danno accesso a un pubblico unico di giovani videogiocatori e quel target è molto difficile da raggiungere per i club di football. I gamer sono anche fan degli sport ma spendono meno tempo a guardare contenuti sportivi rispetto ai videogiochi. Quello che noi, come organizzazione eSportiva offriamo è l’engagement con quei gamer in mondo autentico. Questo approccio è molto difficile per le squadre sportive da avere e per farlo hanno bisogno di partner come noi. Queste tendenze, poi, sono state super amplificate dalla pandemia. Anche i singoli giocatori si stanno attivando in questo senso e a loro possiamo offrire un’infrastruttura imponente.

 

 


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