GAMERWALL, l'incontro tra esport e università: intervista a Gianpiero Miele

Vi presentiamo Gamerwall, realtà nata all'interno dell'Università LUISS di Roma che mira a diventare un punto di riferimento per gli altri atenei sul mondo esport.
GAMERWALL, l'incontro tra esport e università: intervista a Gianpiero Miele
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Immaginate di poter trasformare la vostra passione per i videogiochi in una borsa di studio per l’università. Sembra quasi fantascienza eppure è quanto succede già da due anni alla LUISS Guido Carli di Roma grazie al progetto innovativo Gamerwall. Uno degli artefici principali è Gianpiero Miele, a cui abbiamo chiesto di spiegarci meglio questa realtà.

Miele ha sempre avuto la passione per i videogiochi, trasmessagli dal padre. Era però la madre a non essere d’accordo, eppure è stata colei che gli ha dato l’idea al grido di “Posa quel pad e smettila di giocare che non queste cose non puoi pagarti gli studi.” Una frase che fa scattare la molla nella testa di Miele. Terminati gli studi in economia aziendale presso la LUISS, inizia a lavorare in società di revisione conti ma sempre con la testa al suo progetto. Nel frattempo crea insieme a Fabia Parodi, COO di Gamerwall, ed Emiliano Spinelli, event manager di Gamerwall, un sito di informazione sugli esports, ed ecco che da una delle riunioni nasce il progetto: un campionato di videogiochi attraverso il quale gli studenti hanno la possibilità di vincere borse di studio.

Gianpiero, perché creare un circuito esport all’interno dell’Università?

Questo è un tema molto sentito all’estero dove il settore esport è più sviluppato rispetto al mercato italiano, ciò non toglie che le passioni sono le stesse per tutti i ragazzi, in questo caso gli studenti. Di qui la nostra scelta di proporre questo format in Italia, scelta che ad oggi è stata premiata dall’affluenza degli studenti partecipanti al nostro campionato.

Ti sarebbe piaciuto partecipare quando eri studente?

Avrei pagato oro per partecipare, mi sarei spostato anche in altre città. Avere la possibilità di poter dire ai propri genitori di non preccuparsi della retta universitaria perchè vinta grazie ai videogiochi credo sia un qualcosa di unico.

Qual è stato l’immediato responso della LUISS alla tua iniziale proposta?

C’è da fare una premessa, da ex studente e laureato LUISS sono perfettamente conscio dei valori su cui si basa tale università. La parola chiave in questo senso è INNOVAZIONE e, proprio per questo, abbiamo avuto subito l’approvazione del direttore generale per concretizzare quella che fino a poco prima di una semplice riunione era solo un’idea folle.

Come sono andate le prime due edizioni?

La prima edizione è iniziata con il “botto”, un primo evento con un flusso di partecipanti di 187 persone. Da li una media di 160 persone ad evento. Numeri più che importanti pur essendo la nostra prima esperienza.

Alla fine della prima edizione avevamo diverse richieste da parte di atenei sul territorio nazionale. La nostra roadmap però ci imponeva passi piccoli e mirati. Dopo un secondo colloquio con il direttore generale della Luiss, numeri alla mano, abbiamo deciso di proporre il nostro format anche sul territorio milanese usando come location il Luiss Hub.

Diversamente dalla prima edizione aperta ai soli studenti Luiss abbiamo quindi deciso di aprire le porte della Gamerwall University League e della Luiss a tutti gli studenti del territorio romano e milanese alzando la media di partecipanti da 160 a 250 studenti ad evento.

Come vi state preparando per la terza edizione?

Le prime due edizioni hanno avuto un esito oltre le nostre aspettative tanto da ricevere richieste da atenei dislocati su tutto il territorio nazionale. Da un punto di vista strategico stiamo valutando le varie richieste per capire come poter offrire il nostro format nel migliore dei modi a tutti. Sicuramente aumenteremo il numero di università partecipanti, consolideremo la nostra presenza su Roma e Milano e in aggiunta stiamo vagliando la possibilità di allargare il format alle università che lo hanno richiesto.

Per il nostro terzo anno l’unica cosa che posso annunciare è che riporteremo la Gamerwall Univesity League all’interno delle università aderenti (non più nelle sole sedi Luiss), questo perchè vogliamo facilitare la partecipazione di tutti, anche di chi si vuole unire a noi per una partita con i colleghi.

Oltre al gioco, anche il riconoscimento della competizione con una borsa di studio per i migliori.

Quale miglior trofeo per un torneo universitario se non una borsa di studio? La scelta è stata dettata dalla famosa frase che mi ripeteva sempre mia madre, ecco ora i videogiochi possono pagare gli studi di un ragazzo o una ragazza.

Cosa importante è il nostro sistema di classifica, teniamo conto per il 40% dei risultati ottenuti durante le tappe del campionato e per il 60% del rendimento accademico dello studente nel corso dell’anno in questione.

Quali titoli avete proposto finora?

Abbiamo proposto titoli diversi anche grazie alle partnership con Xbox e Nintendo.
Da Mario Kart a RocketLeague passando per SuperSmashBros e Pes2019 con cui gli studenti potevano vincere punti bonus qualora fossero riusciti a battere Emiliano “S-Venom” Spinelli, vice campione europeo del circuito ufficiale di Pro Evolution Soccer 2019.

Pensi che anche le altre università italiane si faranno coinvolgere in GamerWall?

Ad oggi molte sono le richieste, la fatidica roadmap ci impone dei limiti. Il nostro desiderio più grande è quello di riuscire a portare il format in tutte le università italiane, per ora valutiamo tutte le richieste e a breve annunceremo le nuove università aderenti.

Un circuito esport universitario ufficiale come quello collegiale americano: futuro lontano o probabile progetto?

Il fine è quello, creare una rete capillare sul territorio nazionale e perchè no, anche un circuito che riunisca tutti i migliori team universitari europei. Per fare ciò il lavoro è tanto ma da bravi gamer amiamo le sfide e vogliamo sbloccare tutti gli obiettivi.

Quando è stato importante avere il supporto di GEC per questa iniziativa?

GEC è la realtà esportiva più importante in Italia, hanno creato un settore da zero arrivando ad avere dei numeri da primi della classe. Il dialogo costante e le collaborazioni presenti e future danno a noi di Gamerwall una sicurezza non indifferente nell’affrontare ogni tipo di sfida.

Cosa vuole fare GamerWall da grande?

L’obiettivo è quello di facilitare e migliorare la vita dello studente attraverso una serie di servizi e attività. Gamerwall da grande vuole diventare il punto di riferimento esport e casual gaming per il mondo accademico, università, licei e,perchè no, anche scuole medie.

Secondo qualcuno con la cultura non si mangia. Con i videogiochi, però, quella cultura può indubbiamente essere oggi ripagata.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi


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