Trevor "Quickshot" Henry: una vita da caster

Quickshot è uno dei commentatori di League of Legends più apprezzati, una voce storica delle competizioni targate Riot Games.
Trevor "Quickshot" Henry: una vita da caster
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Durante i gironi dei Worlds 2019, i mondiali di League of Legends, grazie a Gianluca Grassi abbiamo avuto la possibilità di intervistare Trevor “Quickshot” Henry, commentatore professionista e shoutcaster per Riot Games ai più importanti eventi competitivi.

Come hai iniziato la carriera da “shoutcaster” per League of Legends?

Sono stato coinvolto nel mondo degli Esports ormai 16 anni fa. Giocavo e partecipavo a tornei in Sudafrica, luogo in cui sono nato e cresciuto. Per una serie d’eventi sono andato a lavorare a Berlino e il mio capo mi sgridò perché stavo solamente a guardare League of Legends: “Ma perché stai a guardare questo gioco?”. Una collega ha sentito tutto e mi ha chiesto: “Quanto conosci del gioco?”. La mia risposta fu “Abbastanza”, così mi ha chiesto di parlare col suo ragazzo che gestiva un sito di gaming ed era molto interessato a parlare con persone che avessero una buona conoscenza del gioco. È in quell’occasione che mi viene suggerito per la prima volta: “Trevor, hai mai considerato l’idea di commentare?” Così ci ho provato e, fortunatamente, ha funzionato: ero l’unico commentatore a conoscere a memoria ogni abilità del gioco. Così ho messo insieme le mie abilità, la mia passione e la mia forte voce, unita al mio accento “unico”, per rendere ciò che amo un lavoro a tutti gli effetti.

Sei ormai da anni nel settore e sei diventato un punto di riferimento. Se qualcuno volesse intraprendere la tua stessa carriera, che consigli gli daresti?

È una domanda non semplice perché la caratteristica principale che, al giorno d’oggi, è necessaria, è comunque un talento naturale. Hai bisogno di raccontare una storia, scegliere le parole da utilizzare con estrema cura ed in maniera del tutto intenzionale: devi trasmettere allo spettatore la storia del match che stai raccontando. A parte questo, comunque, l’industria degli esports si sta evolvendo; quando ho iniziato non avevo le stesse competenze che ho oggi e, inoltre, era molto più semplice entrare nel settore. Ora ci sono produzioni da milioni di dollari con un organico da centinaia di persone. Penso che per entrare dentro questo mondo possa aiutare avere qualche esperienza o studio in ambito televisivo, ad esempio fare il presentatore.
La parte migliore di questo lavoro per me, banalmente, è fare qualcosa che amo ogni giorno. Come detto prima, ho una fortissima passione per questo gioco, per il competitivo di League of Legends e questo lavoro mi permette di condividerla col mondo intero.

Ti ascoltiamo ormai da molti anni: qual è il match che ricordi con più piacere tra quelli che hai commentato?

Mi ritengo molto fortunato e ne ho un po’ ma, se dovessi sceglierne uno, visto che siamo ad un evento internazionale, andrei indietro fino al 2015, semifinali del MSI a Tallahassee, Florida: c’erano i Fnatic con Huni, Reignover, Febiven e Steeelback. Durante il torneo abbiamo visto Huni con Cassiopeia Top. I Fnatic riuscirono a portare gli SKT al quinto game. Ricordo come quella serie fu davvero entusiasmante e ha indubbiamente preso un posto speciale nel mio cuore.

Parliamo però dei mondiali di quest’anno. Per la prima volta nella storia abbiamo 3 team europei ai Quarti di Finale (ad eccezione del 2011, ma era presente un formato completamente diverso), quali sono le chance per l’Europa quest’anno?

Sì, vero ma quando il mondo è più piccolo le probabilità sono dalla tua parte. A parte le battute, questa è la prima volta che, con questo formato, tutti i 3 team europei accedono ai quarti di finale e la cosa per cui sono più entusiasta è vedere come le varie squadre sono cresciute e si sono adattate: abbiamo visto durante la stagione come i Fnatic e gli Splyce abbiano avuto delle difficoltà e sono, così, migliorati; dall’altra parte i G2 sono partiti molto forte ma hanno cominciato a faticare nella seconda parte del loro gruppo. Sono curioso di vedere cosa riusciranno a fare ai quarti di finale. Un’altra cosa particolarmente interessante è che nessuno dei tre team si può incontrare visto che sono tutti seed #2 e c’è quindi la possibilità di avere 1 o 2 team nelle semifinali.

Abbiamo visto lo scorso anno come i #2 seed possono sorprendere, pensiamo ad esempio agli IG e ai G2. Secondo te, riusciremo a vedere un team europeo a Parigi?

Se dovessimo fare della semplice matematica, direi che abbiamo il 37,5% dei team ancora presenti nel torneo ma considero i Fnatic e i G2 come team molto forti mentre gli Splyce, se dovessero avere un sorteggio fortunato, potrebbero sorprendere. Per me c’è il 66% che almeno un team europeo possa arrivare a Parigi mentre, sarò ottimista, 50% di possibilità di avere una finale tutta europea.

Abbiamo visto come la vecchia EULCS si sia evoluta quest’anno nella LEC portando diversi miglioramenti e sponsor, cosa possiamo aspettarci per il secondo anno della League of Legends European Championships?

Per il momento direi che puntiamo a raffinare il nostro prodotto. Siamo davvero orgogliosi e felici per come è andata la Stagione 2019. Una delle cose di cui abbiamo più discusso è come riuscire a migliorare sia ciò che ha funzionato bene, sia ciò che, invece, non siamo riusciti a fare al meglio. Quest’anno è come un punto di riferimento per noi, fare meglio della Stagione 2019 sarà una sfida difficile. Non posso dare informazioni più esplicite perché ne parleremo sicuramente verso Novembre. Siamo davvero entusiasti della sfida davanti a noi e, per fortuna, le cose stanno andando per il verso giusto fino ad ora.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi


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