F1, «No agli aiuti alle piccole squadre»

I top team del circus non sono disposti a fare sacrifici per risollevare i team minori dalla crisi finanziaria
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AUSTIN - I top team non sono disposti a fare sacrifici per aiutare le squadre più piccole a fronteggiare la crisi finanziaria. E' il quadro che offre il circus nel weekend chiuso ieri dal Gp degli Stati Uniti. Ad Austin, in Texas, Bernie Ecclestone ha evidenziato la necessità di redistribuire le risorse, con la collaborazione di chi sinora ha ricevuto le fette più grandi della torta. Il messaggio del patron del Mondiale, a quanto pare, non ha fatto breccia tra i top team. «E' interessante, da parte di Bernie, suggerire qualcosa del genere. Ogni squadra ha negoziato il proprio accordo con il detentore dei diritti commerciali - dice Chris Horner, team principal della Red Bull, al magazine Autosport - Bisogna fare a lui le domande sulla distribuzione del denaro. Noi abbiamo firmato le intese e non sono convinto che, raddoppiando le somme destinate a Caterham e Marussia, si potrebbero risolvere i problemi di queste squadre», aggiunge riferendosi alla situazione delle scuderie che, alle prese con una profonda crisi, hanno disertato l'appuntamento a stelle e strisce.


PER MATTIACCI È NO«Le loro questioni - aggiunge - sono più legate ai temi costi-piloti che alle entrate. Noi, d'altra parte, siamo sotto pressione per la gestione del nostro budget e io devo operare all'interno di questi limiti. Se il detentore dei diritti commerciali vuole aggiungere altro denaro per le squadre più piccole, è una scelta che riguarda loro ed è una loro responsabilità. Le scuderie sono qui per gareggiare, non per sostenersi a vicenda». Marco Mattiacci, team principal della Ferrari, chiarisce che il Cavallino «è concentrato sull'ampliamento della torta e non sulla ricerca di nuovi metodi per dividerla. Non dobbiamo andare oltre con le nostre reazioni: per prima cosa dobbiamo riuscire ad aumentare le entrate, questa è la priorità», afferma. «Poi, dobbiamo essere sicuri che chi entra in Formula 1 sia consapevole della sfida da affrontare. Questo sport è innovazione e l'innovazione costa: ci vogliono investimenti pesanti a lungo termine e noi continuiamo ad investire», prosegue.

WOLFF A DISPOSIZIONE L'unica parziale apertura arriva da Toto Wolff, numero 1 della Mercedes che sta dominando il Mondiale 2014. «Sappiamo per quale motivo ci troviamo in questa situazione. Per Bernie era importante confermare la presenza dei team più grandi, che costituiscono il cast principale della Formula 1. Oggi, ci ritroviamo senza due squadre più piccole e con altre che fanno fatica». La crisi non può essere ignorata. «E' una questione che le scuderie devono discutere con Bernie: il suo è un appello e, se le squadre più grandi possono fare qualcosa, dovremmo sederci al tavolo e parlare». La disponibilità di Wolff è legata probabilmente anche ad un dettaglio non trascurabile: «Non credo che noi, come Mercedes, siamo l'obiettivo principale: siamo lontani dalle cifre che altri team percepiscono. Vediamo cosa pensa di fare Bernie».


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