F1, da Ecclestone ombre sul Gp di Monza

Secondo il patron della F1 la gara in Italia potrebbe rischiare la stessa crisi del Gp di Germania
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SEPANG - «A Monza potrebbe succedere quello che sta capitando in Germania». Bernie Ecclestone, boss del Mondiale di Formula 1, si esprime così sul futuro del Gp d'Italia. Il circus sembra destinato ad allontanarsi progressivamente dall'Europa, come dimostra anche la cancellazione del Gp di Germania inizialmente programmato per luglio. I problemi finanziari del Nuerburgring hanno portato all'anamento della corsa, che non verrà trasferita ad Hockenheim. «Per le Olimpiadi, i Mondiali di nuoto e i Mondiali di atletica si è disposti a spendere tanti soldi», dice Ecclestone, come si legge sull'edizione online Auto, Motor un Sport. Il Gp d'Italia rischia di fare la stessa fine? «A Monza potrebbe succedere quello che sta capitando in Germania».

RIPENSARE IL SISTEMA A quanto pare, il Nuerburgring non è stato in grado di versare i 15 milioni di euro necessari per far parte del calendario iridato. Una somma non astronomica, dice Ecclestone, se paragonata alle cifre che un paese come la Germania ha dimostrato di poter investire per altre manifestazioni sportive come, appunto, Olimpiadi, Mondiali di nuoto o di atletica. In realtà, al di là delle difficoltà in cui si trovano autodromi storici, è l'intero sistema che va ripensato. «Da anni ripariamo una casa vecchia e questo è sbagliato. Sono un po' frustrato e deluso perché siamo arrivati a questo punto. Abbiamo bisogno di nuove regole, ma i team devono essere d'accordo». Questo, però, succede «solo se la situazione non danneggia i loro interessi. Non possiamo aspettarci ora che la Mercedes giudichi negativamente le regole sui motori». Il contenimento dei costi è un tema che torna alla ribalta. «Abbiamo bisogno di ridurre quelli relativi ai motori. Abbiamo propulsori con una tecnologia meravigliosa. Ma ne abbiamo davvero bisogno? Io, poi, potrei vivere anche senza telemetria. La Red Bull dice che possiamo andare avanti senza le gallerie del vento. Perché non pensarci», dice. Proprio la Red Bull ha agitato le acque nelle ultime settimane. Il team del magnate Dietrich Mateschitz, che ha bocciato senza appello l'attuale quadro regolamentare, ha prospettato l'ipotesi di abbandonare la Formula 1. «Molte persone dicono un sacco di cose senza pensarci prima», dice Ecclestone, che evidentemente non dà troppo peso alle minacce della scuderia con le ali. La Red Bull è legata al circus da un contratto valido fino al 2020, ma Ecclestone non farebbe le barricate in caso di addio anticipato: «Se uno non vuole rimanere, non si può mica forzare».


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