Abisso Ferrari: in Belgio s'è persa e ora non c'è più

I regressi della Rossa hanno consegnato la prima vittoria di Leclerc in F.1 a un passato che s’è fatto già remoto. E dire che era la base per costruire un nuovo futuro
Abisso Ferrari: in Belgio s'è persa e ora non c'è più© EPA
Fulvio Solms
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Fulvio Solms

Ma davvero è trascorso solo un anno? I regressi della Ferrari hanno consegnato la prima vittoria di Leclerc in F.1 a un passato che s’è fatto già remoto. E dire che era la base per costruire un nuovo futuro. Quel che seguì – Charles ancora primo a Monza, poi Vettel a Singapore – è ormai solo illusione. Cosa stringono oggi le mani che sognavano di sollevare al cielo un trofeo mondiale? Mosche e niente più. Se al sabato la sfida della Ferrari è superare il primo taglio della Q1 stando davanti alle squadre clienti, Alfa Romeo e Haas; se ce la fa per miracolo grazie a due giri-monstre di Leclerc e Vettel in equilibrio sulle linee che delimitano la pista, dunque a un passo dalla penalità; se la vittoria di giornata è spezzare le reni in Q1 alla Williams di Latifi – l’ultimo degli ultimi – e poi in Q2 a quella reduce di Russell; ecco, se tutto questo succede, vuol dire che la vera Ferrari non c’è più in alcuna forma. Oggi Leclerc e Vettel si spartiscono la settima fila: sono dietro alle Alpha Tauri, e non c’è molto altro da aggiungere.

Qualcosa ci sfugge

Binotto ammette che «non siamo mai riusciti a far funzionare le gomme» e che, cosa ancor più preoccupante, «qualcosa ci sta sfuggendo». Poi, certo, le Rosse hanno girato con l’aerodinamica un po’ carica in vista della gara di oggi che potrebbe proporre pioggia e freddo come solo la Ardenne a dispetto dell’estate, ma non che gli altri siano fessi, non è che Mercedes, Red Bull, Renault, McLaren, i team che ognuno al proprio livello ieri hanno funzionato, abbiano scriteriatamente puntato tutto e solo sulle qualificazioni.

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