Caos Leclerc e Ferrari: il giallo del colloquio via radio censurato

Il pilota ha conosciuto la sua domenica nera tra pit stop infelici, proteste che gli sono state censurate e una ridicola investigazione per un errore di ritmo nel giro di schieramento
Caos Leclerc e Ferrari: il giallo del colloquio via radio censurato
Fulvio Solms
4 min

Oh mamma, che titolo facciamo stavolta, dopo esserci giocati “La Caporetto della Ferrari” dopo il GP d’Ungheria, quando Vettel e Leclerc avevano chiuso sesto e undicesimo? A quali aggettivi tocca ricorrere se all’Università della Formula 1, la pista di Spa, le Rosse partono tredicesima e quattordicesima e tal quale arrivano, di fatto perdendo una posizione visto che non si sono neanche avvantaggiate della mancata partecipazione di Carlos Sainz? Di fronte al peggior piazzamento dell’ultimo decennio, l’unico termine che ci viene in mente è “zero”: come il voto che Maranello oggi mostra di meritare - non solo in pista: l’intera piramide dal presidente in giù, non è insieme che si vince e si perde? -, e come l’anno zero su cui titolammo quattro anni fa dal GP d’Ungheria, preannunciando che l’allora direttore tecnico James Allison - oggi in una squadretta che si chiama Mercedes - sarebbe stato messo alla porta a breve. O sovviene la parola “fondo”, ma non nella sua accezione tecnica: come il fondo ormai toccato e raschiato.

Ferrari imbarazzante, Vettel e Leclerc sono un lusso

Non c’è una cosa che oggi funzioni se non i piloti, visto che Leclerc e Vettel sono un lusso per questo catenaccio di macchina, e sostituire Seb con Sainz nel 2021 è stato anch’esso giusto, ma nessuno oggi, né Hamilton né un ipotetico ibrido fatto di Senna, Schumacher e Fangio, potrebbe cambiare questa situazione per la quale è ormai difficile trovare aggettivi, se non: imbarazzante. Nulla funziona, dicevamo: la macchina è lenta e - quel che è anche peggio - fa passi indietro a ogni gara. Zero capacità di sviluppo, mentre gli avversari qualcosa di buono l’hanno inventata. Il motore non spinge: in Belgio Vettel e Leclerc hanno dovuto risparmiare energia elettrica in due settori per poter sopravvivere nella canna di fucile del Kemmel. L’aerodinamica è grezza: tiene la vettura inchiodata a terra ma la frena nei tratti ad alta velocità, in pratica rappresentando il negativo della vettura 2019, che andava velocissima sul dritto ma non usciva dalle curve. I meccanici, che erano un fiore all’occhiello, spesso s’arruffano ai pit stop. L’affidabilità traballa. Ieri la gara era altrove, più di 1’10” davanti alle Rosse (margine ridotto dalla safety car entrata dopo il botto di Giovinazzi che ha coinvolto Russell, non senza rischio). E lassù: Hamilton il solito cannibale, Mercedes una consueta doppietta, Verstappen sempre presente (terzo), Ricciardo ottimo quarto con la Renault. Fine dei giochi.

La domenica nera di Leclerc con il giallo della protesta via radio

Dietro, nel Bronx, le Rosse hanno dovuto sgomitare con le Haas e un po’ con le Alpha Tauri, a queste e anche a Raikkonen (Alfa Romeo) soccombendo. Leclerc ha conosciuto la sua domenica nera tra pit stop infelici, proteste via radio (che gli sono state censurate), una ridicola investigazione per un errore di ritmo nel giro di schieramento. La sua vittoria di giornata, figurarsi, è stata agganciare il quattordicesimo posto grazie una staccata per piegare Grosjean nell’ultimo giro! E non stiamo scherzando.

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