Disastro Mercedes, la frase a sorpresa di Wolff a Hamilton

Superato da Russell e già fuori dalla lotta per il titolo: la crisi mette in dubbio il futuro del pilota inglese
Disastro Mercedes, la frase a sorpresa di Wolff a Hamilton© Getty Images
Marco Evangelisti
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«Ti chiedo scusa, so che sei a bordo di una roba inguidabile. Ma ne usciremo, te lo prometto». Toto Wolff a Lewis Hamilton, via radio. Dopo i lamenti del venerdì, lo stridore di denti a qualificazioni concluse e concluse male, le voci alzate nel garage e praticamente tutta la gara di Imola passata a farsi lievitare la noia dietro l’Alpha Tauri di Gasly. Vale la pena ricordare che con una roba inguidabile del tutto simile George Russell è arrivato al quarto posto sia in corsa sia in classifica. Senza volere per forza ricorrere al pensiero magico e ritenere che il sette volte campione del mondo sia finito e il ventiquattrenne inglese sia il suo erede legittimo, una spiegazione razionale esiste. Russell è partito dal lato migliore della pista (nettamente migliore: gommato dalle Formula 2 mentre sull’altra corsia era rimasto soltanto il velo di pioggia), è potuto uscire subito dal traffico e ha avuto la chance di gareggiare all’aria aperta, mentre Hamilton si è trovato in trappola, tredicesimo dietro un trenino di macchine tutte con l’ala mobile spalancata. «Praticamente impossibile superare in quelle condizioni», annota clemente Wolff.

Hamilton, la frase di Toto Wolff spaventa la Mercedes

Per quanto clementi anche noi, ci resta faticoso non pensare che un altro Hamilton in altri tempi si sarebbe scrollato di dosso il peso degli anni e della frustrazione e avrebbe salutato rapidamente la compagnia.  Ora, non c’è il minimo dubbio che questa Mercedes sia sbagliata da cima a fondo, pure se lo stesso Wolff non può fare a meno di notare che in fondo il quarto posto di Russell qualcosa significa. Ma è vero che un personaggio della statura monumentale di Hamilton va trattato con guanti d’ovatta. Ed è vera un’altra cosa: «La macchina com’è ora non è degna di un campione del mondo. Dobbiamo prima di tutto risolvere il problema del saltellamento. Rimbalziamo da tutte le parti». Nessuna delle quindici stagioni precedenti di Hamilton, va ricordato, si è chiusa senza almeno una vittoria. E un inizio di stagione così cupo per Lewis non si presenta dal 2009. Alla fine di quel campionato l’inglese fu quinto, peggior piazzamento della carriera al pari del 2011. Ma era un Hamilton nel pieno dei suoi vent’anni, già con un titolo mondiale in tasca, la fame in gola e la voglia di vivere sbrigliata e insoddisfatta. In Inghilterra adesso si chiedono se, tra la fama globale, gli atteggiamenti da maestro di pensiero, gli interessi in vari settori del business, la tentazione di gettarsi in cordata nell’acquisto del Chelsea, sia rimasta a Lewis la voglia di contendere a Senna e Schumacher il ruolo di pilota supremo di ogni tempo. E soprattutto se la Mercedes non più dominante gliene darà ancora l’opportunità. E se lui abbia sempre l’energia per ripilire corse intinte nell’accidia. Lui giura di sì: «Mi sento totalmente dedito alla Formula 1. In questo momento però sono fuori della lotta per il Mondiale». Il contratto con la Mercedes dura fino al 2023. Ovviamente uno come lui non avrebbe bisogno di appellarsi a clausole di rescissione casomai gli venisse voglia di staccare la spina.


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